Pirateria e web, AgCom: “Al via processi lampo e diffida in 2 giorni”

Pubblicato il 24 Aprile 2013 - 10:43| Aggiornato il 13 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sono 27 i siti web oscurati dalla Polizia Postale di Roma con l’accusa di aver violato i diritti d’autore per circa 400mila file tra film, musica e software. Uno dei più grandi sequestri a livello mondiale, secondo la Siae, che ha interessato siti di pirateria in quattro continenti. Intanto l’AgCom, garante delle Comunicazioni, prepara i processi lampo per i reati di pirateria informatica, scrive Repubblica. Il provvedimento in arrivo il 24 maggio prevede diffida formale entro 2 giorni dall’immissione in rete dei contenuti diffusi illegalmente e processo massimo entro 35 giorni per arginare i danni agli autori.

Antonio Preto, uno dei commissari dell’AgCom, spiega a Repubblica:

“Già in passato, il Garante ha messo a punto delle ipotesi di regolamentazione. Ma i tempi per chiudere i “processi” ai sospettati arrivavano a 60 giorni. Soluzione che la Commissione Ue ha bocciato. Ora noi vogliamo quasi dimezzare l’attesa, portandola a soli 35”.

Per poter intervenire tempestivamente, l‘AgCom sta preparando una “squadra di pronto intervento” che faccia partire il processo lampo e invii denuncia e diffida al sito pirata entro 2 giorni:

“La Commissione parlamentare sulla pirateria documenta che l’editore di un film o di un disco riceve i danni più violenti nei primi 7 giorni dall’uscita dell’opera, quando il download tocca livelli folli. E’ in questi 7 giorni che noi dobbiamo intervenire – continua Preto – prima che i buoi siano scappati”.

Oscurare l’intero sito però non sarà possibile, spiega Preto:

“«Ma noi non puntiamo ad oscurare l’intero sito. Sarebbe come sottoporre a intervento chirurgico chi ha un’unghia incarnita. Ci limiteremo a disattivare i link che portano alle opere trafugate». Come milioni di altri siti, anche quelli pirata hanno dei banner pubblicitari. Spesso le inserzioni vengono assicurate ai pirati da società rispettabili come Google, Yahoo!, Media Shakers, Openx. «Dovremo bussare alla porta di queste società e spiegare loro che stanno fornendo “benzina” e pubblicità al nemico»”.

Altro problema da arginare è quello degli abbonamenti ai siti di streaming:

“Alcuni siti illegali impongono abbonamenti ai navigatori che poi procedono allo streaming o allo scambio dei file. Il pagamento dell’abbonamento avviene attraverso circuiti leciti (come PayPal o le carte di credito) che pure vanno diffidati. L’Autorità francese di vigilanza (l’Hadopi) calcola che i siti di punta raccolgono fino a 2,3 milioni al mese dai soli abbonati”.

L’obiettivo dell’AgCom è ora quello di convincere Google a sottoscrivere in Italia un accordo per ricompensare gli editori attraverso l’indicizzazione dei loro contenuti nelle ricerche. Accordo che Google ha già firmato in Francia e Belgio.