Raiz, ex Almamegretta: “I migranti vanno selezionati”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Ottobre 2015 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA
Raiz, ex Almamegretta: "I migranti vanno selezionati"

Raiz, ex Almamegretta

NAPOLI – “I migranti vanno selezionati. Anche perché non mi piacerebbe avere accoltellatori sotto casa”: a dirlo è Raiz, il cantante un tempo degli Almamegretta. Ai microfoni di Radio Club 91, durante il programma ‘Confusi e felici’ con Janpa Serino e Marta Marandola il cantante napoletano ha detto:

I migranti? L’Europa è un contenitore enorme ma limitato. Se tutto il mondo volesse venire qui, dovremmo andar via noi. Pensare di poter accogliere tutti senza selezione è impossibile”.

Raiz, all’aagrafe Gennaro Della Volpe, ha parlato anche dell’amore:

“E’ il sentimento più banale che ci accomuna tutti. Le donne lasciano, gli uomini no, ma solo per pigrizia. La paura di restare senza qualcuno a fianco ci induce ad accelerare il fallimento, a costruire la propria infelicità a volte. I rapporti umani sono al primo posto. Rinunciare a qualche cosa. Io nel mio piccolo qualche rinuncia l’ho fatta. Dico no al lavoro per stare con mia moglie. Le persone si fanno l’amante se trascurate”.

Raiz fece parlare di sé recentemente per la sua conversione all’ebraismo. Un ritorno alle origini per lui, come aveva spiegato in un’intervista:

“Alcuni miei avi sono di origini ebraiche. Non ho avuto bisogno però di fare lunghe ricerche, perché in famiglia se ne è sempre parlato. La contaminazione con la musica reggae, con il misticismo giamaicano, per i quali ho sempre avuto una certa attrazione, ha fatto il resto”.

Il motivo che però più di tutto l’ha portato a convertirsi è stato l’incontro con colei che poi è diventata sua moglie, italo-israeliana:

 

“Daniela ha una storia incredibile: i suoi nonni, di origine ungherese, rimasti vedovi ma sopravvissuti ai campi, si sono sposati. Dopo la guerra, tra le macerie di Varsavia hanno messo su famiglia e con le valigie di cartone hanno fatto ritorno in Israele. Lì hanno costruito una casa fuori Tel Aviv, affacciata sul mare. E ora in quella casa, piena di ricordi, ci abitiamo noi”.