Razzo cinese, i frammenti potrebbero cadere fra Sardegna e Sicilia. Ma la possibilità è considerata remota

E' comunque ritenuta bassa la possibilità che uno o più frammenti del razzo possano colpire l'Italia, ma non è ancora possibile escluderla totalmente.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2022 - 15:04 OLTRE 6 MESI FA
Razzo cinese, i frammenti potrebbero cadere fra Sardegna e Sicilia. Ma la possibilità è considerata remota

Razzo cinese, i frammenti potrebbero cadere fra Sardegna e Sicilia. Ma la possibilità è considerata remota (foto Ansa)

Tra i tanti possibili punti di impatto il componente del razzo cinese Long March 5B (CZ-5B)  potrebbe cadere in un tratto compreso fra il sud della Sardegna, la Sicilia e una porzione meridionale della Calabria.

Il rientro incontrollato in atmosfera del componente, lo ricordiamo, è previsto fra domani sera, 30 luglio, e domenica sera, 31 luglio.

E’ comunque ritenuta bassa la possibilità che uno o più frammenti del razzo possano colpire l’Italia, ma non è ancora possibile escluderla totalmente.

Le previsioni

Giovedì la Protezione Civile si è riunita per fare il punto della situazione. In base alle previsioni attuali di caduta – spiega il Dipartimento – sono previste tre differenti orbite che andranno ad interessare, per alcuni secondi, 5 diverse zone del nostro Paese, in particolare nelle regioni centro-meridionali e insulari e, dunque, “non è ancora completamente possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”.

“Il 60-70% degli stadi centrali dei razzi lanciati nello spazio sono soggetti a rientro incontrollato, ma di solito si tratta di oggetti molto più piccoli”.

Lo ha spiegato all’agenzia Ansa Luciano Anselmo, ricercatore presso l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “Alessandro Faedo” del Cnr (Isti-Cnr) ed esperto in dinamica spaziale.

“In questo caso invece si parla di circa 25 tonnellate – aggiunge Anselmo – è l’oggetto più massiccio che può rientrare senza controllo”.

La parte del razzo che ricadrà sulla Terra, infatti, è lo stadio principale, cioè il cilindro centrale provvisto di due motori.

“Normalmente questo stadio così grande non entra in orbita, ma ricade in mare in modo controllato subito dopo il lancio”, continua Luciano Anselmo. “Questa tipologia di missione, invece, ha richiesto che anche lo stadio principale entrasse in orbita, ponendo quindi il problema di cui si sta discutendo, perché non c’è possibilità di riaccendere i motori per guidare la caduta del razzo. Ed è un problema che si ripresenterà – dice ancora il ricercatore – con il lancio del terzo modulo necessario per la costruzione della stazione spaziale cinese Tiangong“.