Roberta Ragusa, la famiglia rinuncia al risarcimento: “Non vogliamo i soldi di Antonio Logli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Luglio 2019 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA
roberta ragusa logli

Roberta Ragusa e Antonio Logli in una foto pubblicata da Chi l’ha visto?

ROMA – La famiglia di Roberta Ragusa non incasserà neanche un euro a titolo di risarcimento da Antonio Logli, condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione per l’omicidio della moglie e della distruzione del suo corpo. Non verrà avviata alcuna causa civile per quantificare l’entità del risarcimento, fanno sapere gli avvocati delle parti civili, che, nel processo Ragusa, sono rappresentate dagli zii e dai cugini della mamma scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello, nel comune di San Giuliano Terme (Pisa) e mai più ritrovata.

“Per noi – dicono i parenti intervistati da Il Tirreno – l’importante è aver ottenuto una sentenza che dà una risposta sulla fine di Roberta e attribuisce la responsabilità del marito per la sua morte – hanno detto ai legali –. Non ci interessano i beni di Logli e non è questo il motivo per cui ci siamo costituiti parte civile nel processo”.

La ricostruzione dell’omicidio

Secondo la ricostruzione dell’accusa, la notte in cui scomparve Roberta Ragusa, il marito fu scoperto al telefono con Sara Calzolaio – con la quale all’epoca aveva una relazione extraconiugale – e ne nacque un litigio con la moglie, sfociato poi in un omicidio e nella distruzione del cadavere di lei. Insieme al marito gestiva una scuola-guida che si trovava vicino alla loro abitazione. Ed fu proprio di un loro vicino, Loris Gozi, la testimonianza che il Pg ritenne nella sua requisitoria, il “cuore del processo”. Gozi aveva riferito di aver visto una persona, dalla sagoma simile a quella di Logli, litigare con una donna prima che entrambi salissero in macchina.

“Non ci interessa sapere se Gozi dice la verità perché la sua attendibilità è stata verificata e la Corte ha acquisito la catena di legittimità dalle sue dichiarazioni. Il giudice del merito ritiene vera la deposizione di Gozi ed io condivido questa cosa”, aveva aggiunto il Pg, chiedendo di confermare la condanna, visto che qualsiasi ipotesi alternativa alla ricostruzione fatta dai giudici di merito “sarebbe inverosimile”. In merito al reato di distruzione di cadavere, il Pg ha aggiunto che “si tratta di un movente forte e indiscutibile”.