Salerno, senza lavoro da anni doveva lasciare casa. Si impicca e chiede: “Perdono”

Pubblicato il 8 Maggio 2012 - 20:39 OLTRE 6 MESI FA

SALERNO, 8 MAG – ''Chiedo perdono a tutti… Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere''. Il biglietto, d'addio, e' stato ritrovato nella tasca dei pantaloni di Generoso Armenante, l'uomo di 48 anni che si e' suicidato impiccandosi questo pomeriggio a Salerno. E' stata la figlia di 19 anni a scoprire il corpo.

Armenante, addetto alla guardiania di un cash&carry della zona industriale del capoluogo, da circa un anno e mezzo, dopo che la ditta da cui dipendeva aveva cambiato proprieta', era senza lavoro.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e' stato l'ordine di sfratto dall'alloggio, all'interno della struttura commerciale, che occupava assieme alla famiglia. A fine giugno l'avrebbe dovuto lasciare quella casa dove da circa un mese e mezzo, racconta la sorella, Tina Armenante, ''viveva senza luce''. Non era riuscito a pagare la bolletta e cosi' gli avevano staccato tutto. ''Mio fratello era un uomo di grande dignita' e non aveva mai voluto essere aiutato da noi – racconta tra le lacrime la sorella – In passato ha aiutato noi tutti, per noi era un punto di riferimento''.

Una speranza, costante, Generoso l'aveva: ''Di essere riassunto dalla nuova ditta subentrata a quella che lo aveva licenziato. Ci ha creduto fino all'ultimo. Poi oggi…la fine''. L'uomo era legato da rapporto di lavoro con la societa' Cavamarket S.p.A. (detentrice dell'immobile), recentemente dichiarata fallita e non con l'attuale Caramico S.p.A.

A ritrovare il cadavere e' stata la figlia di 19 anni con la quale l'uomo, assieme alla moglie, aveva pranzato. Da quanto e' trapelato, nulla lasciava presagire che quello sarebbe stato l'ultimo pranzo di Generoso Armenante con la sua famiglia. Alzatosi da tavola il 48enne e' uscito dall'abitazione, lasciando il telefonino a casa. La figlia non vedendolo rientrare ha deciso di cercarlo. Lo ha fatto prima nel piazzale del deposito, poi si e' incamminata nel capannone e dietro un telo di cellophane ha rinvenuto il corpo senza vita del genitore.

La giovane ha lanciato l'allarme, ma per il padre non c'era gia' piu' nulla da fare. Sul posto sono giunti gli agenti della sezione Volanti della questura di Salerno assieme ai colleghi della scientifica per i rilievi del caso. Il magistrato di turno, la pm Giusti, dopo l'esame esterno del cadavere effettuato dal medico legale, ha deciso di restituire la salma alla famiglia. Generoso Armenante, originario di Vietri sul Mare (Salerno), lascia anche un altro figlio di 14 anni. La famiglia stava anche preparando il trasloco; gli agenti della questura di Salerno hanno rinvenuto alcuni oggetti riposti in scatole. Forse proprio l'imminenza dello sfratto ha scatenato la decisione estrema, consumata in via Stefano Brun, una delle tante strade che si intersecano nella zona industriale di Salerno. Il cancello che separa la strada dalla struttura commerciale nella quale e' ricavato l'appartamento per il custode, e' chiuso. Dentro l'abitazione, ora, solo tanto silenzio. ''Dove finiremo, povero Cristo'': la storia di Armenante, la gente, oggi, la sintetizza cosi'.