Scajola: riannodare con la Fiat, Marcegaglia: Termini Imerese non sta in piedi

Pubblicato il 29 Gennaio 2010 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA

Segnali di apertura da parte del governo sulla sorte della Fiat e, in particolare di Termini Imerese. «Noi abbiamo tutta l’intenzione di riannodare con la Fiat», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, intervenendo a «Radio Anch’io», a poche ore dall’incontro con azienda e sindacati e dopo la disponibilità al dialogo dichiarata giovedì dal presidente Montezemolo.

«Partiamo da due presupposti – ha spiegato Scajola – Il primo: la Fiat è un valore per l’Italia e nel settore automobilistico si è impegnata con prodotti innovativi; è cresciuta in Italia ed è cresciuta nel mondo; dà lavoro a molti italiani ed ha prospettive ulteriori nel campo dell’innovazione. Il secondo pilastro è quello di mantenere l’occupazione e di crescere la produzione di auto Fiat in Italia. Di fronte a questi due fondamentali concetti avviamo questo incontro di oggi».

Ma prima dell’incontro del pomeriggio arrivano come una doccia fredda le parole, a margine del Forum di Davos, della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: «Mi sembra che le dichiarazioni dei vertici Fiat indichino che dopo il 2011 la Fiat di Termini Imerese non potrà essere ancora là. Non possiamo rimanere bloccati su quello che c’è e non voler nessun cambiamento: se uno stabilimento non sta in piedi per motivi competitivi e logistici il problema non è mantenerlo là ma reimpiegare la forza lavoro che rischia la disoccupazione».

Scajola, al contrario della Marcegaglia ne chiede il rilancio, criticando la cassa integrazione di due settimane per tutti gli stabilimenti decisa dall’azienda (nelle stesse ore Fiat ha distribuito dividendi tra gli azionisti pur con una perdita di 800 milioni).

«La preoccupazione degli italiani, diffusa e legittima, è che di fronte all’orgoglio della Fiat che cresce nel mondo e che acquista la Chrysler ci possa essere meno attenzione per la Fiat italiana», ha detto il ministro. Invece, è necessario «rilanciare anche gli altri stabilimenti Fiat in Italia in tempi più celeri». Comunque, ha osservato Scajola, «mi pare che tutte le dichiarazioni della Fiat nelle ultime ore dimostrino l’italianità della Fiat. Con questo spirito potremo lavorare bene».

Il ministro si è soffermato anche sulla situazione di Pomigliano d’Arco: «Io sono convinto – ha detto Scajola – che di fronte a questa Fiat rinnovata e con gli impegni già presi, e che vorremmo sentire confermate in questi incontri che si avviano oggi e che proseguiranno, dovrà avere una prospettiva importante. Pomigliano d’Arco parte con una prima indicazione positiva: il prodotto più venduto dalla Fiat, la «Panda», verrà costruito non più all’estero ma a Pomigliano d’Arco. C’è, quindi, una prospettiva di crescita».

Comunque, ha concluso, «noi puntiamo che tutto il Sud non possa essere penalizzato dalla ristrutturazione aziendale della Fiat. Se su Termini Imerese non vorranno più fare auto, lo ribadisco, dovremo comunque fare un polo industriale significativo. Pomigliano d’Arco dovrà avere prospettive di crescita nel piano industriale Fiat». L’incontro al ministero dello Sviluppo economico con all’ordine del giorno il tavolo di confronto sul sito Fiat di Termini Imerese è in programma alle 16, con uno slittamento di un’ora rispetto al previsto.

Bonanni. Ad affrontare l’argomento anche il  segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che definisce «imbarazzante» la situazione relativa all’annuncio della cassa integrazione dal gruppo Fiat: «ci scaricano 30mila cassintegrati senza dirci niente» ha commentato a “Mattino5”.

«Gli incentivi sono in ballo e noi siamo per darli ma – ha aggiunto  – visto che sono soldi pubblici, a condizione che i cittadini possano riconoscere una loro utilità, vale a dire che non si perdano posti di lavoro. Il problema non é se c’é Marchionne ma se la Fiat riprende in mano le sue responsabilità e il confronto con il sindacato. Noi vogliamo mantenere l’occupazione ed è imbarazzante trovarci di fronte a una situazione di questo tipo. Spero prevalga il senso di responsabilità».

E sul mantenimento dello stabilimento di Termini Imerese il segretario generale Cisl ha risposto: «noi sosteniamo che tutti gli altri siti vanno fortificati. Su Termini diciamo che si può pure produrre altro, anche in ausilio a Fiat ma bisogna non chiudere il sito. Se lo Stato dà soldi qualcosa deve anche ottenere».