Stefano Perrone, ciclista morto in un burrone. Indagato un automobilista

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Aprile 2017 - 16:44 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Perrone, ciclista morto in un burrone. Indagato un automobilista

Stefano Perrone, ciclista morto in un burrone. Indagato un automobilista (Foto di repertorio)

LIVORNO – Svolta nelle indagini sulla morte di Stefano Perrone, l’infermiere di 32 anni dell’ospedale di Livorno trovato senza vita domenica scorsa in un burrone lungo la strada provinciale 10 che collega Castelnuovo della Misericordia al Gabbro, in Toscana. Secondo quanto riferisce il Tirreno, un automobilista è sospettato di omissione di soccorso e furto della bicicletta sulla quale pedalava l’infermiere.

La prima ricostruzione di un tragico incidente, con Stefano che si ferma per fare pipì ma cade nel dirupo e muore, è stravolta da una svolta nella inchiesta. La procura di Livorno ha infatti iscritto nel registro degli indagati un automobilista accusato di aver causato la morte di Stefano in conseguenza di altro reato collegata all’omissione di soccorso e furto della bicicletta (mai più ritrovata dopo la tragedia) sulla quale la vittima stava pedalando.

L’indagato è un livornese di 49 anni che, secondo gli investigatori, sabato pomeriggio avrebbe urtato l’infermiere con l’auto innescando la caduta, ma invece di fermarsi e soccorrere il ferito, si è allontanato con tutta la famiglia a bordo portando con sé la bici “Cannondale” del valore di circa 5mila euro che la vittima aveva appena comprato.

Un’altra ipotesi riportata dal quotidiano toscano è ancora più inquietante: l’indagato avrebbe visto la bicicletta appoggiata lunga la strada e avrebbe cercato di prenderla. Quando il proprietario se n’è accorto sarebbe nata una colluttazione finita nella tragedia.

Scrive il Tirreno:

“L’unica cosa certa — raccontano gli inquirenti — è che il ciclista dopo essere precipitato non è morto sul colpo ma si è rialzato, ha percorso una quindicina di metri in mezzo alla boscaglia prima di stramazzare a terra”.

A portare gli investigatori sulle tracce del quarantenne quello che è avvenuto domenica mattina quando da 15 ore erano in corso le ricerche del disperso. L’automobilista, infatti, ha risposto all’appello dei familiari dell’infermiere telefonando al numero pubblicato sui social raccontando di aver visto la bicicletta il pomeriggio precedente lungo la strada provinciale che porta al Gabbro.

(…) A inguaiare il quarantenne, però, ci sarebbero altri due particolari che stanno emergendo dalle indagini: alcune dichiarazioni contrastanti rilasciate agli investigatori e gli accertamenti effettuati dalla polizia sul telefono che raccontano di «più passaggi sul luogo dell’incidente».

Per cercare di far chiarezza sul giallo il pubblico ministero ha disposto l’autopsia sul corpo di Perrone, per capire se prima della caduta abbia subito altre ferite. Inoltre l’auto dell’indagato è stata posta sotto sequestro per accertare se ci siano segni di un urto compatibili con un incidente con una bici.