Sbagliano indirizzo, li prendono a fucilate: un ragazzo nero a Kansas City, la 20enne Kaylin a Hebron

Due casi che tornano a riaccendere due dibattiti mai sopiti in America: quello sulle armi da fuoco facili ma anche, nel caso del Missouri, quello sul razzismo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2023 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA
Usa: ragazzi presi a fucilate

Kaylin Gillis (Ansa)

Shock in Usa dove, dopo l’episodio dell’adolescente afroamericano Ralph Yarl, ferito con un colpo di arma da fuoco per aver suonato alla porta sbagliata, una ragazza è stata uccisa perché con la sua macchina è entrata per errore in un altro vialetto mentre andava a trovare un amico.

Usa: sbagliano indirizzo, li prendono a fucilate

Si tratta di due casi, il primo avvenuto a Kansas City, in Missouri, e il secondo in una zona rurale dello stato di New York, che tornano a riaccendere due dibattiti mai sopiti in America: quello sulle armi da fuoco facili ma anche, nel caso del Missouri, quello sul razzismo.

Il procuratore della contea di Clay Zachary Thompson ha affermato che nel caso di Ralph “c’è stata una componente razziale” e il ragazzo, dimesso dall’ospeale dopo diversi giorni, ha ricevuto una telefonata dal presidente Joe Biden.

La ventenne Kaylin Gillis era in macchina con altre tre persone e – secondo la ricostruzione della polizia – è entrata per sbaglio nel vialetto di Kevin Monahan, nella città di Hebron. Dopo essersi accorta dell’errore stava tornando indietro ma Monahan, 65 anni, avrebbe aperto il fuoco contro il veicolo, colpendola.

“Nessuna minaccia da parte di nessun veicolo”

“Questo è un caso molto triste di alcuni giovani che stavano cercando la casa di un amico e sono finiti a casa di quest’uomo che ha deciso di uscire con un’arma da fuoco e di sparare”, ha detto lo sceriffo di Washington Country Jeffrey Murphy in conferenza stampa.

“Non c’era chiaramente alcuna minaccia da parte di nessuno nel veicolo”, ha detto lo sceriffo Murphy. “Non c’era motivo per il signor Monahan di sentirsi minacciato”.

L’uomo “non ha collaborato alle indagini e si è rifiutato di uscire dalla sua abitazione per parlare con la polizia”, ha dichiarato l’ufficio dello sceriffo in un comunicato stampa.