Jack King, l’agente MI5 che si finse capo della Gestapo e ingannò 500 spie di Hitler

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2018 - 06:37 OLTRE 6 MESI FA
Jack King, l'agente MI5 che si finse capo della Gestapo e ingannò 500 spie di Hitler

Jack King, l’agente MI5 che si finse capo della Gestapo e ingannò 500 spie di Hitler

LONDRA – A Londra, le ultime medaglie naziste della Seconda Guerra Mondiale furono assegnate a due spie britanniche convinte di passare delle informazioni segrete ad Hitler: in realtà, le informazioni rimanevano nell’MI5, un agente li indusse a credere di essere un capo della Gestapo.

Gli onori militari furono conferiti ai due agenti, entrambi cittadini britannici, per continuare a coinvolgerli nelle missioni: l’MI5 sapeva chi erano e che tutte le informazioni segrete finivano nelle mani degli inglesi.
Si ritiene, inoltre, che le medaglie siano state realizzate alla Royal Mint, Zecca Reale, su richiesta di Victor Rothschild, uno degli ebrei più importanti della Gran Bretagna.

La storia è rivelata in “Agent Jack”, un nuovo libro di Robert Hutton che racconta le vicende di Eric Roberts, un impiegato di banca e padre di tre figli che viveva nei sobborghi del Surrey. L’autore rivela come è diventato ufficiale dell’MI5 durante la guerra e finto di essere Jack King, capo della Gestapo.

L’esistenza di Agent Jack è stata rivelata per la prima volta nel 2014 con il rilascio di file segreti dell’MI5 conservati negli Archivi nazionali. In Gran Bretagna gestiva una rete di quasi 500 spie tedesche che pensavano di lavorare per Hitler mentre, in realtà, tutte le informazioni che passavano all’Agente Jack restavano nell’MI5, scrive il Daily Mail.

Dopo che la Germania perse la Guerra, per continuare a coinvolgere le due spie, l’MI5 assegnò loro in segreto quelle che si ritiene siano le ultime medaglie naziste. Marita Perigoe e Hans Kohout erano al centro di una cerchia ristretta di spie fedeli al loro capo.

Perigoe, che sembra fosse di origine mista svedese e tedesca, era una fascista che aiutò l’agente Jack a costruire la rete e aveva inoltre rubato i segreti del design alla Rolls-Royce, i creatori del motore Merlin montato sugli Spitfire.

Kohout, nato in Austria, si era trasferito in Gran Bretagna nel 1929, prendendo la cittadinanza nel 1936.
Esperto nella produzione di fogli di alluminio, passò i segreti dell’agente Jack, compresi i dettagli dell’aereo Mosquito e la tecnologia usata per ingannare il radar tedesco. “In Gran Bretagna, durante la guerra Kohout è stato indiscutibilmente la spia più efficiente della Germania”, ha scritto Hutton. “La sua tragedia è che nessuno dei suoi report è andato oltre la sede del MI5”.

Alla fine della guerra, l’MI5 decise di non perseguire nessuna delle sue cosiddette “quinte colonne“, in parte perché non voleva che l’ufficio interno venisse a conoscenza della discutibile operazione. Riteneva che la coppia di spie potesse essere una fonte utile di informazioni sui movimenti fascisti e decise di assegnare loro le medaglie per motivarli.

L’operazione nacque da un’idea di Rothschild, il figlio del banchiere, che entrò a far parte dell’MI5 nel 1940. Chiese al suo assistente di procurarsi le medaglie tedesche e alla Royal Mint, di proprietà della famiglia, di fare delle copie.

Il libro rivela una cerimonia segreta tenuta a Londra nel gennaio del 1946 in cui l’agente Jack insignì Perigoe e Kohout della croce al merito di guerra, “Kriegsverdienstkreuz”, concessa per servizio meritevole dietro le linee di combattimento oltre che ai civili. Le due spie, secondo l’MI5, erano “estremamente gratificate”.

“In giro c’erano alcune medaglie di questo tipo, per cui è possibile che le spie ne abbiano ricevute due autentiche”, scrive Hutton. “Ma i documenti indicano che essendo state false spie tedesche durante la guerra, Perigoe e Kohout finirono col ricevere medaglie naziste forgiate dalla più famosa banca ebraica del mondo”.

Ernest, figlio di Kohout, possiede ancora la medaglia: il padre gli disse di averla ricevuta per il lungo servizio nelle ferrovie austriache.