Libri, Densmore racconta: "La mia vita con Jim Morrison"

Pubblicato il 24 Giugno 2011 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 24 GIU – JOHN DENSMORE 'RIDERS ON THE STORM LA MIA VITA CON JIM MORRISON' (ARCANA COLLANA MUSICA, PP.320, EURO 19.50) – ''Si direbbe che chiunque abbia incontrato Jim Morrison si sia portato con se' un'impressione diversa: un gentiluomo del Sud, uno stronzo, un poeta, un bruto, un ammaliatore. Ho vissuto con Jim per sei anni in tournee e in sala di registrazione. Questo libro e' la mia verita'. Forse non tutta la verita', ma e' come l'ho vista io. Dal seggiolino della batteria'': parola di John Densmore, per sei anni batterista dei Doors, il cui libro Riders on the storm – titolo ripreso da uno dei successi della band – esce in Italia per Arcana il 29 giugno, in coincidenza con l'anniversario dei 40 anni della morte del frontman del gruppo nato in un'epoca leggendaria, gli anni Sessanta, in cui ''tutto era possibile''.

Il libro, gia' pubblicato negli Stati Uniti (la traduzione italiana e' di Seba Pezzani), e'' una biografia rock, un memoir di Densmore che la breve e folgorante carriera dei Doors l'ha vissuta dal di dentro e puo' raccontarla in ogni dettaglio, anche il piu' scomodo. Densmore dipinge il ritratto di un personaggio enorme, di un gruppo inimitabile e anche di se stesso, oggi pacificato e abbastanza saggio da reinterpretare gli eventi alla luce della sua verita'. Densmore e' stato il batterista dei Doors dal 1965 al 1971, portando un tocco jazz alla band che si era formata nell'estate del 1965 a Venice Beach, in California, dopo l'incontro tra Jim Morrison e Ray Manzarek, il tastierista. Poi Ray aveva reclutato Robbie Krieger, il chitarrista appassionato di flamenco, e infine Densmore. Morrison aveva scelto il nome del gruppo ispirandosi ad una frase del poeta William Blake contenuta nel libro di Aldous Huxley Le porte della percezione (The Doors of Perception) del 1954.

Cosi' Densmore racconta le prime impressioni che ebbe di Jim: ''Era titubante, non guardava nessuno negli occhi ma aveva un timbro imbronciato come se stesse cercando di sembrare surreale. Non riuscivo a smettere di guardalo. La sua timidezza mi affascinava''. Ma anche i primi esprimenti musicali (e non solo): ''I brani originali mi intrigavano sempre di piu'. Creammo gli arrangiamenti insieme, mi sentii in grande sintonia con loro, soprattutto con Ray. La chitarra ritmica di Rick era molto morbida, ma le tastiere di Ray creavano una grande energia. 'Eravamo anime gemelle, gente impasticcata (queste le parole di Ray Manzarek che Densmore riporta nel suo racconto) che era alla ricerca di un altro tipo di sballo. Sapevamo che, se avessimo continuato con le droghe, ci saremmo bruciati, per cui lo cercammo nella musica!''. Nel racconto di John Densmore gli alti e bassi della band, a partire dal successo del primo disco The Doors (gennaio '67), e le tante hit sfornate (Light My Fire, People are strange, Hello, I Love You e appunto Riders on the Storm, solo per citarne alcuni), passando per le performance piu' discusse come quella 'nudista' di Miami del primo marzo 1969 (Jim avrebbe mostrato i genitali al pubblico, dopo un processo venne liberato su cauzione ma l'immagine della band ne usci' fortemente macchiata). ''Considero la frase 'la strada dell'eccesso porta al palazzo della saggezza' di William Blake in maniera diversa da Jim. A mio avviso, Blake voleva dire di condurre la propria vita nella sua pienezza massima, ottenendo il massimo da ciascuna esperienza, ma senza disintegrarsi nell'abisso''.

Dopo i Doors, John Densmore si e' occupato negli anni seguenti di danza, teatro e produzioni musicali d'avanguardia. Ha diretto e prodotto diversi video sui Doors ed e' stato consulente di Oliver Stone per la sceneggiatura del film biografia. Attualmente vive a Los Angeles con la sua famiglia.