Il ponte sullo Stretto di Messina spacca la destra e anche il Pd: in Italia niente è più incerto del certo

Il ponte sullo Stretto di Messina spacca la destra e anche il Pd: ce la faranno in 5 anni? in Italia niente è più incerto del certo

di Bruno Tucci
Pubblicato il 29 Ottobre 2023 - 08:04
Il ponte sullo Stretto di Messina spacca la destra e anche il Pd: ce la faranno in 5 anni? in Italia niente è più incerto del certo

Il ponte sullo Stretto di Messina spacca la destra e anche il Pd: ce la faranno in 5 anni? in Italia niente è più incerto del certo

Questo benedetto ponte sullo Stretto di Messina che dovrebbe unire la Sicilia al Continente non finisce mai di far nascere dubbi e polemiche.

Per ora ci sono le voci favorevoli e quelle contrarie. Chi non ha nessuna perplessità è Matteo Salvini, il quale sostiene che l’opera sarà la più bella in Europa e probabilmente nel mondo; chi invece non è favorevole ritiene che il costo (dieci miliardi di euro salvo complicazioni) aumenterà il deficit del nostro Paese a scapito di spese più urgenti e necessarie per la gente che spesso e volentieri non arriva a mettere insieme il pranzo con la cena

Così il Ponte aspetta con ansia il suo futuro. Si farà? L’interrogativo è d’obbligo viste le divisioni che non mancano mai nel nostro Paese. Matteo Salvini è scatenato. Ritiene che l’opera sia indispensabile per la credibilità che potrebbe darci.

Il resto della comitiva è dubbioso perché le trappole sono dietro l’angolo. La Lega non ha dubbi, i suoi alleati prendono tempo. Giorgia Meloni è guardinga, non vuole inimicarsi uno dei suoi vice; Forza Italia teme che qualche parola di troppo possa ingarbugliare l’alleanza di destra che ogni tanto scricchiola. 

Che si dice a sinistra? Il Pd è convinto per il no. Si spenderebbero tanti miliardi che invece potrebbero servire per dare un po’ di respiro in specie alla gente del Sud che non naviga certamente nell’oro. A destra replicano portando alcuni dati significativi che dimostrano come il Ponte possa far fare all’Italia un grande salto di qualità quando l’opera sarà finita.

Come sempre, però, da noi ogni medaglia ha il suo rovescio e nel momento in cui tutto sembra filare per il meglio ecco atterrare sul Ponte un missile che porta il nome del Pd. Non era assolutamente contrario il partito di Elly Schlein? Si, certamente si.

Poi, invece, durante un convegno a cui erano convenuti molti esponenti del centro sinistra, ecco alzarsi la voce di Antonio Cracolici, un uomo che conta in Sicilia essendo il presidente dell’antimafia regionale.

Mentre il suo partito è schierato senza si e senza ma contro il pensiero di Matteo Salvini, lui è più ottimista: “E’ una grande opportunità, non dobbiamo perderla”. Sgomento, perplessità, indignazione a cui il nostro risponde a tono: “Stiamo parlando di una strada costruita sul mare. Una strada non è né di destra, né di sinistra” 

Antonio Cracolici non è il solo ad avere questo atteggiamento, così tanto per cambiare i dem si spaccano. Favorevoli e contrari. “Non può essere”, esclamano. “Dobbiamo chiedere l’intervento del segretario che riporti ordine al nostro interno”. Una bella gatta da pelare per Elly. Non le bastavano le tante beghe di Roma, ora pure la Sicilia ci si mette a spaccare l’unità del partito. 

Allora? In che modo intende muoversi il segretario? Con la diplomazia, naturalmente, necessaria e indispensabile in casi del genere. Poi? Nulla più perché qualsiasi mossa possa fare la Schlein il tutto dipenderà dalla maggioranza. Se Salvini riuscirà a mettere d’accordo Fratelli d’Italia e Forza Italia, non ci saranno opposizioni che tengano.

Il progetto andrà avanti ed il prossimo anno si getterà la prima pietra per un’opera che dovrebbe finire quattro o cinque anni dopo. Ricordiamo a proposito l’autostrada del sole. Doveva essere pronta tantissimi anni fa, ma come insegna un vecchio adagio “il diavolo fa le pentole, non i coperchi”. Dobbiamo andare oltre con la spiegazione?