Genova. Alluvioni: si poteva evitare, torrenti sporchi, nessun allarme

di Marco Benedetto
Pubblicato il 4 Novembre 2011 - 23:45| Aggiornato il 5 Novembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

In realtà c’è di peggio, perché tutti a Genova si aspettavano il disastro. Molta gente comune, letti il Secolo XIX e le notizie su internet, ha fatto provviste come per una guerra atomica e si è chiusa in casa, aspettando la fine del diluvio. Le Autorità tutte, quelle con la A maiuscola, non hanno pensato, tra loro, a prendere un centinaio di agenti, tra tutte le polizie che vivono tra noi e lottano tra loro, comunale, provinciale, nazionali e poi ancora volontari pagati e strapagati, e mandarli non al fondovalle, ma in cima, sulla displuviale o comunque dove si formano i vari torrenti. Non stiamo parlando del Nilo, del Mississippi e nemmeno del Po o dell’Adige, ma semplicemente del Bisagno, pochi chilometri, meno di un’ora di macchina dalla foce alla sorgente.

Solo nella Bibbia l’acqua si apre e si richiude, oggi persino gli tsunami vengono avvistati. Una piena del Bisagno, dopo l’allarme lanciato cinque giorni prima, andava messa nel conto. Rileggiamo cosa c’era scritto sul sito del Secolo XIX la sera del 30 ottobre. La Protezione civile  raccomandava, “soprattutto a coloro che abitano nelle zone vicine ad aree franose su tutto il territorio cittadino e anche nelle vicinanze di rivi, di restare costantemente informati, di prestare la massima attenzione alle comunicazioni diramate dal Comitato, di mantenere comportamenti estremamente prudenti, e di raggiungere luoghi sicuri alla minima avvisaglia di pericolo. […] I parchi e i giardini resteranno chiusi a causa del forte vento. Da domani, alcune zone dei cimiteri di Staglieno, Torbella, e Castagna potrebbero essere interdette al pubblico, circostanza che verrà comunicata con apposita segnaletica”.

Lo hanno fatto, perché non lo hanno fatto? perché la gente non gli ha dato retta?

Tutto si può dire ma non che l’evento non fosse prevedibile, è una bugia troppo bieca.