Prezzi su, salari giù, solo colpa di pandemia e conflitto? occhio, nelle piazze la “Protesta delle pentole vuote“

Prezzi su, salari giù. Solo colpa di pandemia e conflitto? Occhio , sta arrivando sulle piazze la “Protesta delle pentole vuote “. È il “cacelorazo” argentino

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 5 Giugno 2022 - 08:49 OLTRE 6 MESI FA
Prezzi su, salari giù, solo colpa di pandemia e conflitto? occhio, nelle piazze la “Protesta delle pentole vuote“

Prezzi su, salari giù, solo colpa di pandemia e conflitto? occhio, nelle piazze la “Protesta delle pentole vuote“

Prezzi su, salari giù. La recessione è vicina. Tempesta perfetta. Dopo la pandemia l’Italia fa i conti con gli effetti del conflitto. E sono dolori.

La crescita frena, le spese quotidiane accelerano. “Occorre la pace sennò salta tutto il sistema” dicono gli economisti di Nomisma. Intanto l’inflazione , causa principale di troppe iatture, galoppa verso nuovi record. È già al 6,9%, ha certificato l’Istat , e i consumi calano. E allora che fare? Il governatore di Bankitalia lo ha detto ai partiti: “Servono aiuti mirati senza alzare gli stipendi. Lo scenario presenta molti rischi al ribasso”. Eccoli.

CARO PREZZI 

Tutto è aumentato. Il rialzo dei prezzi energetici (da +39,5% a  + 42,2%) ha provocato l’impennata (sciagurata) della inflazione. E il carrello della spesa ne ha risentito, fortemente. Qualcosa come il 6,9% su base annua. Una bella botta. Non accadeva dal 1986. Cioè da 36 anni. Sono aumentati beni e servizi.

Tradotto in soldoni: solo per mangiare una famiglia deve mettere in conto una maggiore spesa media pari a + 562 euro anni. Il Governo non può restare a guardare. È una emergenza. Occorrono misure straordinarie a tutela delle famiglie.

L’Unione Nazionale Consumatori ha calcolato che il costo della vita, in termini di aumento, ha subito un rincaro di 2.421 euro di cui 981 euro per abitazione, acqua ed elettricità. Occhio, sta montando una indignazione profonda. Il 10 giugno le piazze ospiteranno la “Protesta delle pentole vuote”. Una manifestazione pacifica e rumorosa ispirata al “Cacelorazo” argentino. Un avviso al governo Draghi.

SALARI BASSI

Le retribuzioni sono calate del 2,9% in trent’anni. In Italia gli stipendi sono lontani da quelli dei migliori Paesi europei. Che fare? Il ministro per l’innovazione Vittorio Colao giorni fa ha suggerito alle imprese di “assumere di più e di pagare di più soprattutto i giovani e i migliori laureati”.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha rincarato la dose: “Bisogna adeguare i salari alla inflazione. È una delle condizioni per evitare la recessione”. Gli hanno risposto: “Sono le tasse che strozzano stipendi e crescita. In Italia il lavoro è troppo costoso”.

Ergo, bisogna intervenire sul cuneo fiscale. È troppo pesante. È un prelievo capestro (imposte sul reddito e contributi). Una stangata del 46,5% per un lavoratore single. Quinto posto fra i 38 Paesi OCSE.  Va rivisto. Oltretutto con urgenza.