Rifiuti urbani, la Sicilia boccia un impianto a spesa zero: preferiscono mandare i camion nel Nord Europa

di Andrea Armaro
Pubblicato il 14 Febbraio 2021 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Rifiuti urbani, la Sicilia boccia un impianto a spesa zero: preferiscono mandare i camion nel Nord Europa

Rifiuti urbani, la Sicilia boccia un impianto a spesa zero: preferiscono mandare i camion nel Nord Europa (Foto Ansa)

Rifiuti urbani, la Sicilia boccia un impianto a spesa zero: preferiscono mandare i camion nel Nord Europaurbani. Senza una sana politica ambientale la Sicilia sarà solo una discarica
all’aperto. Si devono utilizzare le aree industriali dismesse per i termovalorizzatori.

Al contrario, abbiamo letto in queste settimane di una clamorosa bocciatura, da parte della commissione
regionale competente in materia di autorizzazioni ambientali. È quella del progetto
presentato da A2A per la realizzazione, all’interno della centrale di San Filippo del
Mela, di un impianto di “digestione anaerobica” della frazione organica dei rifiuti
urbani.

È davvero difficile, se non impossibile, comprendere la logica con cui la Regione
Sicilia sta pianificando la gestione del ciclo dei rifiuti urbani nell’isola.

Più impossibile che difficile, perché in realtà non esiste nessuna logica. Ma solo
confusione, ideologia, contraddizioni, assenza di coraggio, dilettantismo.
Tante parole, molte chiacchiere, mai nessun fatto concreto, mai nessun impianto
realizzato. Con la conseguenza che il settore dei rifiuti urbani rimane incentrato su
quelle che rappresentano le opzioni peggiore in materia ambientale. Ossia le
discariche. Discariche, peraltro, in esaurimento e gestite dai soliti pochi ed, ahimè,
noti pseudo imprenditori noti anchealle cronache giudiziarie.

La stessa vergogna da Palermo a Siracusa

Ed è sufficiente farsi un giro per la nostre strade comunali, provinciali, statali, da
Palermo a Siracusa. Per accorgersi di come gli sbandierati incrementi delle
percentuali di raccolta differenziata, in realtà, siano solo un tappeto sopra la
polvere. Perché in Sicilia non abbiamo gli impianti per gestire le frazioni raccolte
separatamente.

E, se facessimo, per esempio, un calcolo di quanto compost di
qualità viene effettivamente prodotto. Dal trattamento dell’umido da raccolta differenziata
negli impianti esistenti. Quello che per intenderci dovrebbe essere utilizzato nei campi agricoli. Ci accorgeremmo che è quasi pari allo zero, con la logica conseguenza che in realtà esso viene poi conferito nelle pubbliche vie o nella migliore delle ipotesi, in discarica.

Ricapitoliamo. In questi tre anni è stata presentata una legge di riforma del settore
che giace nei cassetti dell’Assemblea regionale. Ed è stato predisposto un piano
rifiuti che tutti,  hanno ritenuto assolutamente inutile. Tutti, ma proprio tutti, a cominciare dal Ministero dell’Ambiente per finire con la recente pronuncia del Consiglio di Giustizia Amministrativa,

Manca il coraggio

Inutile perché non ha il coraggio di definire quali impianti
realizzare, quanti impianti realizzare e dove realizzarli. Un piano che si limita a
prevedere percentuali di raccolta differenziata da raggiungere. Senza porsi
minimamente il problema di come gestire le frazioni raccolte separatamente. Neanche nella remotissima ipotesi in cui poi fossero raggiunte. E senza porsi neppure la domanda di come gestire l’indifferenziato e gli scarti della raccolta differenziata.

E allora si ritorna al solito problema, quello di sempre. L’incapacità di fare scelte, di
decidere, la mancanza di coraggio. Nella realtà per gestire i rifiuti urbani non
bastano le proteste, i convegni, le chiacchiere e neppure la raccolta differenziata.
Ci vogliono gli impianti. E, purtroppo, in Sicilia, impianti per il trattamento dei rifiuti
non ce ne sono.

Però, come se non ci fosse un domani, ci permettiamo di negare l’autorizzazione
per la realizzazione di un sito tecnologicamente all’avanguardia. Finanziato da un
soggetto privato, peraltro di provata capacità tecnica di livello internazionale. Che
non prevede (importantissimo) consumo di nuovo suolo essendo realizzato
all’interno di una zona industriale e di una centrale già esistente.

Un progetto questo, che avvierebbe il recupero e la riconversione di un’area. Un progetto
 indispensabile soprattutto se pensiamo di incrementare le bassissime percentuali
di raccolta differenziata della nostra regione. Come si dice nel piano rifiuti redatto.

Ma noi preferiamo continuare ad avvitarci nell’assurdo.

La Regione diffida i Comuni a incrementare la raccolta differenziata, i Comuni
provano ad incrementarla. E là dove riescono non sanno poi dove conferire l’umido
raccolto separatamente. Proprio perché mancano gli impianti.

Nel frattempo, la Regione nega l’autorizzazione a chi vuole realizzare impianti per trattare l’umido in
loco. Processo che, tra l’altro, producendo gas per immetterlo nella rete locale, si
pone nella logica e nel rispetto di quella che oggi viene chiamata economia
circolare.

Aree industriali dismesse

Eppure, in Sicilia, non mancano zone dismesse nelle aree industriali ricche di
utilities, di servizi e di know how. Con personale altamente qualificato. Dove poter
conferire il rifiuto a km zero. Rifiuto che, in questo modo, verrebbe tolto dalle
strade e trasformato in energia, in posti di lavoro, in ricchezza. Piuttosto che
spedito in camion, in navi e di nuovo in camion verso i paesi del nord Europa che
ne traggono vantaggi enormi.

Le zone industriali, oggi sotto utilizzate, del triangolo Augusta, Melilli, Priolo, di
Termini Imerese, di Gela, di Milazzo, con molti impianti e aree in disuso sono
ancora, opportunamente bonificate, ricche di potenzialità da esprimere. Nel pieno
rispetto dell’ambiente e della salute.