Riforme. Draghi, Renzi: tutti dicono I love you, ma…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 17 Agosto 2014 - 06:24 OLTRE 6 MESI FA
Riforme. Draghi, Renzi: tutti dicono I love you, ma...

Riforme. Draghi, Renzi: tutti dicono I love you, ma…

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo su Uomini & Business col titolo “Europa, Italia, il bazooka e le riforme’

 

L‘inevitabile è accaduto: l’Europa è ferma. Saràn giù tutto citazione anche uscita dalla recessione, come si affannano a dire varie autorità, ma è piombata nella ppecrescita zero: dalla padella alla brace? No: dalla padella a un fuoco spento. Persino la formidabile economia tedesca, ritenuta fino a ieri invincibile come Superman, si è afflosciata e arretra. E’ vero che poi gli esperti dicono che comunque l’Europa quest’anno farà registrare, nel complesso, una crescita del’1 per cento e, forse, del,’1,5 per ceto l’anno prossimo. Ma ormai a queste previsioni, per quanto accurate, non crede quasi più nessuno.

E comunque si tratta di cifre insufficienti. Oggi nell’area euro si contano 26 milioni di disoccupati, ai quali vanno aggiunti 8,8 milioni di persone che un lavoro non lo cercano nemmeno più (visto che dopo mesi di caccia non hanno trovato niente ). A questi vanno aggiunti, infine, 9,2 milioni di persone che lavorano part-time, ma alle quali piacerebbe un lavoro a tempo pieno.

Il totale di tutte queste situazioni di disagio fa 34 milioni. Un filo meno della popolazione dell’intera Polonia. O, se si preferisce, di Grecia, Portogallo e Belgio messi insieme.

Come sempre, ogni volta che arrivano queste notizie,l la Banca centrale europea si dichiara pronta a usare anche “armi non convenzionali” nella lotta alla crisi. Che cosa significhi l’espressione “armi non convenzionali” è chiaro a tutti: stampa di euro in quantità sufficiente a far ripartire l’economia e a “comprare” il debito dei Paesi più incasinati.

Un po’ come ha fatto la Federal Reserve in America? Magari. Ma non si può. E non si può perché una serie di Paesi con i conti in ordine (a partire dalla Germania) si oppone all’invasione di una montagna di euro. E questo lo sa anche la Bce, che infatti mentre afferma di avere pronto il bazooka (e non lo usa) contro la crisi, invita anche i paesi interessati a fare le riforme.

E su questa espressione “fare le riforme” si sta giocando tutto. In apparenza non c’è nessun paese che sia contrario. Fare le riforme è un po’ come dire “guidate con prudenza”, “state lontani dall’alcool”, ecc. Tutte parole che non vogliono dire quasi niente nella loro ovvietà.

Per “fare le riforme” la Bce (e la Germania) intendono liberalizzazione massima del mercato del lavoro, meno burocrazia, più spazio ai meccanismi del mercato e meno welfare.

Tutte cose di cui in Italia e in Francia, ad esempio, non si vuole nemmeno sentir parlare (al di là delle frasi di rito). Qui da noi (e nella vicina Francia) per riforme si intende la possibilità di fare altri debiti (flessibilità dei parametri europei) e intervento diretto della Bce, con stampa di soldi, nel caso in cui i mercati, come probabile, ci mandassero a quel paese.

Il risultato è quello che si vede: un continente bloccato. Nel quale alcuni soggetti disordinati (Italia e Francia, ad esempio) aspettano l’arrivo di una pioggia di euro, che non potrà esserci perché la Bce non può tenere in piedi sistemi economici sbagliati stampando continuamente moneta.

Insomma, Draghi qualche giro di torchio può anche farlo (con prudenza), ma prima vorrebbe vedere delle vere riforme: aiutati che la Bce ti aiuta.

Ma non è una faccenda semplice. L’Europa preferisce fermarsi sotto il peso dei suoi pesantissimi welfare e delle sue incrostazioni (burocratiche e di mercato) piuttosto che darsi una mossa e svegliarsi. Lo Stato sociale è una grandissima conquista di civiltà, ma giunti a questo punto servirebbe una riflessione e la risposta a una semplice domanda: ci possiamo ancora permettere tutto questo in un mondo globalizzato e nel quale la concorrenza è spietata?