Salvini/Savona: via dall’euro senza passare per il referendum. Elezioni bis, farne referendum Sì o No all’euro

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 29 Maggio 2018 - 07:28| Aggiornato il 30 Maggio 2018 OLTRE 6 MESI FA
Salvini/Savona: via dall'euro senza passare per il referendum. Elezioni bis, farne referendum Sì o No all'euro

Salvini/Savona: via dall’euro senza passare per il referendum. Elezioni bis, farne referendum Sì o No all’euro

ROMA – Salvini/Savona era ( e al fondo rimane) la coppia braccio/mente (o mente/braccio?) che avrebbe realizzato il gran colpo: via dall’euro senza neanche passare per il referendum. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Non si può dire abbiano nascosto che questo volevano fare. L’hanno negato, hanno negato che l’uscita dall’euro fosse il loro obiettivo e stazione finale. Negavano, ma solo per riuscirci meglio. A portare l’Italia fuori dall’euro senza neanche passare per un referendum.

Ogni tanto Salvini non riusciva a tenersi e la verità gli usciva dalle labbra come spiffero d’aria troppo compressa in otre (palloncino?) troppo gonfio. Ecco ad esempio Salvini: “Se ci impediscono di fare deficit e debito, dove li prendiamo i soldi per il nostro programma di governo?”. Savona non aveva di questi spifferi, mai avuti. Lui lo ha scritto in articoli e libri che l’euro è l’equivalente moderno delle truppe tedesche al tempo di Hitler. Savona ha più volte sostenuto che la politica economica di Hitler, proprio lui, e della Merkel sono omogenee e assimilabili. Avendo entrambe lo scopo finale della dominazione dell’Europa. Noi italiani ci siamo molto offesi perché Der Spiegel ci ha battezzati “scrocconi”. Chissà come si sono sentiti i tedeschi sapendo che stava andando al governo un rispettabile signore italiano che li accusa di essere sempre quelli delle SS.

Via dall’euro senza neanche passare per un referendum. E come si fa? Salvini/Savona ce l’avevano chiaro in testa. Si fa salire lo spread e poi salire, salire, salire…Fino a che comprare titoli di Stato italiani diventa pura speculazione ad altissimo rischio. Fino a che presta soldi all’Italia solo chi rischia di non vedersi rimborsato in toto e quindi chiede cinque, otto, dieci per cento di interessi annui.

A quel punto delle due l’una: o la Germania e la Ue tutta forniscono all’Italia di tasca propria i liquidi, i miliardi liquidi che l’Italia non trova più sui mercati o l’Italia resta appunto senza liquido circolante nel sistema finanziario prima e nella vita quotidiana poi. Qui non è chiaro se Salvini abbia davvero pensato e pensi tuttora di spezzare le reni alla Germania guidando i milioni di baionette del glorioso esercito del nazionalismo economico tricolore. Forse sì, forse no, alcuni tratti della personalità del “Capitano” (così lo chiamano e ama farsi chiamare) inducono, fanno propendere verso il sì.

Savona no, Savona non ha mai nutrito troppe illusioni sullo spezzare le reni a Berlino e Bruxelles. Savona sa di economia e finanza e sa che oltre un certo livello di innalzamento dello spread e oltre un certo livello di abbassamento del rating, Bce non può più comprare titoli di Stato italiani. Quindi, oltre quei livelli il passaggio dall’euro ad altra moneta è quasi automatico ed obbligato. Bce non dà più liquidità al sistema bancario e finanziario italiano, non fornisce più euro. L’Italia ha bisogno di circolante, mette in circolo altra moneta. Obiettivo raggiunto, senza neanche passare per il referendum.

E’ questo che Mattarella ha fermato. Guadagnando però solo tempo. Anzi, a dire il vero, facendo qualcosa in più. Ha messo in chiaro (con responsabilità, etica pubblica, senso dello Stato che ormai si trova solo nella generazione da settanta anni in su) che si voleva uscire dall’euro senza neanche dirlo chiaro, facendo passare la scelta di uscire dall’euro come la conseguenza delle inique sanzioni della perfida Europa. Ora sarebbe proprio il caso per tutti, proprio tutti i cittadini, evitare di far finta di non aver capito.

Saranno elezioni bis. Presto, al massimo sei mesi o giù di lì. Forse tre di mesi. E delle elezioni bis occorre farne un referendum, stavolta esplicito, duro, ultimativo, drammatico.

Delle elezioni bis devono fare un referendum sull’euro le forze politiche e sociali che vogliono restare nell’euro. Gli altri hanno già fatto il loro, hanno descritto l’uscita dall’euro come la liberazione dopo la quale ogni ben di dio finalmente correrà, sgorgherà copioso. Reddito di cittadinanza a milioni di senza lavoro pagato dallo Stato. Alitalia, Ilva, quel che sia…ogni fabbrica se del caso nazionalizzata con i soldi dello Stato. Pensione a quota 100 tra età e contributi, insomma in pensione a 64 anni e se i contributi non bastano a pagarle le pensioni, quel che manca ce lo mette lo Stato. Irpef ridotta almeno di un terzo e altre tasse cancellate, paga a piè di lista lo Stato. Ecco come i Salvini/Savona hanno descritto l’uscita dall’euro.

Ecco, se c’è una e una sola possibilità di affrontare e battere i Salvini nelle imminenti elezioni bis è farne un tosto referendum euro Sì, euro No. Tosto vuol dire ad esempio inondare i social network di reddito di cittadinanza pagato in neo lire con cui ci compri la metà di quel che ci compravi in euro, di pensioni da 1.500 neo lire con cui le bollette sì,  ma neanche tutta la spesa per mangiare tutto il mese…Di case di proprietà che se le vendi in nuova moneta valgono la metà e quindi a figli e nipoti dove lasciavi 500 mila euro di casa invece lasci l’equivalente di 300 mila euro. Contenti del taglio di 200 mila? Di patrimoni dal valore dimezzato o quasi, tranne per chi ha portato i suoi euro all’estero.

Referendum tosto vuol dire mostrare, sbattere in faccia quel che è successo ai greci: avevano liberamente votato di fatto per uscire dall’euro, quando i loro bancomat, a seguito conseguente del voto hanno sputato solo venti euro al giorno a cranio i greci hanno cambiato idea.

Referendum tosto e a brutto muso vuol dire dire tosto e a brutto muso che la volontà popolare non è onnipotente e che possiamo pure votare al cento per cento dell’elettorato che i tedeschi ci devono dare i 400 miliardi che ci servono, non per questo i 400 miliardi arrivano. Dire tosto e a brutto muso: volete davvero domani mattina cambiare gli euro in nuova lira che vale il chissà quanto di meno ma di sicuro di meno? Volete davvero che per qualche settimana i conti in banca vengano bloccati altrimenti tutti portano gli euro fuori d’Italia in quelle settimane?

Dire tosto e a brutto muso non della Costituzione e della democrazia da difendere da chi ne ignora e ne calpesta le regole. A gran parte della gente, del popolo, dell’elettorato importa nulla della Costituzione e della democrazia, le scambiano volentieri e senza rimpianti e rimorsi con un posto, una pensione, una rendita, un reddito di Stato…

Dire tosto e a muso duro e cattivo che rischiano e votano l’impoverimento, lo star peggio. E peggio per loro se lo fanno, nessuno li esenterà dalle conseguenze di quel che avranno votato.

Dire tosto e muso cattivo e duro che sì, lo si sa che oggi, qui e adesso in Italia il popolo è contro, sull’altra barricata della Costituzione e della democrazia rappresentativa. Senza far finta che così non sia. Senza celarsi che c’è un popolo che si batte contro al democrazia e che quindi c’è un popolo da battere e sconfiggere.

Dire che è un referendum Sì o No all’euro come lo fu il referendum Repubblica o Monarchia o come fu nel 1948 gli Usa o l’Urss. Dirlo senza timori e pudori. Dirlo con forza e anche violenza degli argomenti e dei toni.

E se a dire così dovessero risultare inadeguati o non credibili, usurati e afoni le sigle, i contenitori dal nome Pd o Forza Italia o quel che sia, che siano altre le sigle, i contenitori, i partiti, le proposte elettorali. Altra e diversa lingua e geografia politica avendo il coraggio e l’intelligenza e la capacità di comporle. Comporre un blocco sociale che ha interesse a restare nell’euro per sconfiggere il blocco sociale dei sovranisti.

O così o le elezioni bis saranno gara senza partita, dominata e stravinta dai Salvini/Savona.

E i Di Maio? Chissà se davvero ha capito cosa volevano e vogliono fare i Salvini/Savona. Forse sì, forse no. Alcuni tratti della personalità lasciano propendere verso il no. Forse tanto bene fino in fondo i Di Maio non sanno quello che fanno ma M5S lo sa bene dove batte il cuore del partito, del movimento, del vertice. Batte per l’Italia fuori dall’euro. Bene, occorre mettergli paura, spaurirlo questo cuore. O almeno provarci nelle elezioni bis.