
La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Una pallottola spuntata, di David Zucker - Blitz Quotidiano
Di recente, la Paramount Pictures ci ha “deliziati” con la pubblicazione del primo trailer del nuovo film della serie Una pallottola spuntata. Liam Neeson interpreterà il ruolo del tenente Frank Drebin Jr., il figlio dell’iconico personaggio meravigliosamente interpretato da Leslie Nielsen nei primi tre capitoli della saga. Addentrandoci nel trailer, possiamo subito notare un certo tentativo di proporre toni demenziali che forse vorrebbero rifarsi alla comicità dei film precedenti.
La trilogia con Leslie Nielsen proponeva infatti un approccio demenziale ancora contestualizzato a una comicità divertente, dissacrante ed estremamente convincente, prima che questo tipo di commedia venisse relegato nei bassi fondi del cinema e sottomesso a una stupidità filmica alquanto noiosa. Oggi, ma già da diversi anni, pare infatti che il demenziale, così come la parodia, non abbiano più alcuna capacità di esprimere qualcosa di vagamente interessante, mostrandosi entrambe, allo stato attuale, come derivazioni di genere piuttosto imbarazzanti e soprattutto quasi mai divertenti.
Il nuovo film della serie, a giudicare dal trailer, pare inserirsi alla perfezione in questo contesto scoraggiante, in cui si tenta di raggiungere il demenziale, quello vincente di un tempo, ma si finisce spesso e volentieri per risultare semplicemente ridicoli, affidando la propria comicità a un divertissement figurativo e situazionale di bassissimo livello. Oggi, provando in tutti i modi a rimuovere dal nostro cervello la visione di un Liam Neeson in mutande, vi consigliamo il primo capitolo della saga ideata da David Zucker.
Una pallottola spuntata, di David Zucker
Al tenente della polizia di Los Angeles Frank Drebin (Leslie Nielsen) viene affidato l’incarico di coordinare il servizio d’ordine in difesa della Regina Elisabetta, durante il suo soggiorno negli Stati Uniti. Drebin, le cui intuizioni investigative rispondono a una logica tutta sua, folle e un po’ confusionaria, crede che qualcuno stia architettando un complotto per uccidere la Regina.
Tutti i suoi sospetti ricadono sulla figura di Vincent Ludwig (Ricardo Montalban), un uomo ricco e influente nominato responsabile del comitato per i festeggiamenti della Regina. Una volta incontrato, e confermata la credibilità dei suoi sospetti, Drebin si innamora perdutamente dell’avvenente segretaria di Ludwig, ovvero Jane (Priscilla Beaulieu Presley). Quest’ultima pare essere l’unica a credergli e Frank, protagonista indiscusso delle brutte figure e dei goffi tentativi di risolvere i casi che gli vengono affidati, dovrà affidarsi all’aiuto della sua nuova fiamma per cercare di sventare il peggio.
Un punto di riferimento
Una pallottola spuntata è il primo capitolo di una saga che il regista e sceneggiatore David Zucker (L’aereo più pazzo del mondo, Top Secret!), complice il grande successo commerciale ottenuto, ha portato avanti con altri due film, ovvero Una pallottola spuntata 2½ – L’odore della paura (1991) e Una pallottola spuntata 33⅓ – L’insulto finale (1994). Se i successivi capitoli risultano essere meno convincenti ma comunque divertenti, il primo è invece da considerarsi come un punto di riferimento nel vastissimo universo del cinema comico demenziale di quegli anni.
La forza di un film come Una pallottola spuntata deriva dall’intelligenza degli sceneggiatori di sfruttare un numero spropositato di gag mettendole sempre al servizio di una narrazione il più possibile compatta e credibile, nella quale la parodia esplode con grande efficacia comica perché contestualizzata a una certa verosimiglianza. Frank Drebin, in un mondo poliziesco realistico a una prima occhiata ma poi squisitamente surreale, si presenta come un tenente di polizia credibile, almeno all’apparenza: capelli sempre ordinati, abiti eleganti, un portamento altrettanto distinto e le spalle larghe di un detective navigato. Lo si coinvolge poi in una serie di situazioni imbarazzanti e ridicole nelle quali, per contrasto, emerge una comicità doppiamente efficace perché antitetica all’immaginario filmico al quale Una pallottola spuntata fa riferimento.
Frank Drebin, infatti, lo si può considerare, in termini parodistici, come un ispettore Callaghan al quale sono stati sottratti un certo fascino, l’arroganza sfacciata di chi sa come agire e soprattutto quell’infallibilità un po’ retorica, e giustamente parodizzata, che è tipica non solo del personaggio interpretato da Clint Eastwood, ma di un numero incalcolabile di detective apparsi sul grande schermo.
E poi c’è naturalmente c’è lui, quel Leslie Nielsen mattatore assoluto le cui indiscutibili abilità comiche vengono esaltate in ogni situazione. La sua attitudine alla comicità slapstick, così come la naturalezza nel lanciarsi in un dialogo assurdo e surreale attraverso il più placido degli atteggiamenti, sono solo alcune delle caratteristiche che lo rendono un esemplare cinematografico unico nel suo genere, una personalità mitologica che non ha paragoni nel panorama della comicità attuale.