Bagnasco si schiera: “Alle regionali votate contro l’aborto”

Pubblicato il 22 Marzo 2010 - 17:57 OLTRE 6 MESI FA

Non ci possono essere “alibi preventivi” o “coperture impossibili” per quei politici o amministratori che rubano, per proprio tornaconto personale, dalla “cosa pubblica”, con “grave scandalo dei cittadini comuni”. È severo il giudizio espresso dal presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, che, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente, esorta gli uomini di Stato a porre fine “a comportamenti iniqui” e “contiguità affaristiche” e a tornare “sul piano della politica vera”.

E alla politica arriva anche un’indicazione precisa. La difesa della vita umana, innanzitutto dal “delitto incommensurabile” dell’aborto in tutte le sue forme, è uno dei valori “non negoziabili” in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali. Nessuna minimizzazione del problema degli abusi sessuali commessi da sacerdoti ma nessuna accusa generalizzata alla Chiesa. «Nel momento stesso in cui sente su di sè l’umiliazione, la Chiesa – spiega Bagnasco – impara dal Papa a non avere paura della verità, anche quando è dolorosa e odiosa, a non tacerla o coprirla. Questo però non significa subire, qualora ci fossero, strategie di discredito generalizzato».

I vescovi non vogliono “mettere in discussione il sacro celibato che ci scalda il cuore e ispira la vita”. E questo nemmeno sull’onda di campagne di stampa che accostano il celibato a problemi che sono ben diversi. «Essere preti – spiega Bagnasco – è qualcosa di più di una semplice decisione morale, ma una risposta d’amore ad una dichiarazione d’amore».

Bagnasco si rivolge agli uomini di Chiesa per incoraggiarli: «Siate sereni sapendo che le nostre comunità hanno fiducia in voi e vi affiancano con lo sguardo della fede e le esigenze dell’amore evangelico. Il sacerdote non è un disagiato, nè uno scompensato, benchè il clima culturale odierno non faciliti certo la crescita armonica di alcuno. Il sacerdote è un uomo che, non solo nel tempo del seminario, coltiva la propria umanità nel fuoco dell’amore di Gesù».