Berlusconi: “Riforma della giustizia non è ad personam. Pm dai giudici col cappello in mano”

Pubblicato il 10 Marzo 2011 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
berlusconi alfano

Silvio Berlusconi e Angelino Alfano

ROMA – La riforma della giustizia non è “ad personam” perché non c’entra niente “coi processi in corso”: Silvio Berlusconi ha presentato il disegno di legge (approvato dal Consiglio dei Ministri) come “un punto di svolta”. Berlusconi ha ironizzato sulla limitazione di potere che spetterebbe ai pm con la riforma: “Dovranno rivolgersi al giudice con il cappello in mano”.

Secondo il premier (che ha ascsiurato che si toglierà “belle soddisfazioni” durante i processi) quello della riforma è un cambiamento che se fosse stato introdotto 20 anni fa avrebbe evitato “l’esondazione, l’invasione della magistratura nella politica e quelle situazioni che hanno portato nel corso della storia degli ultimi venti anni a cambiamenti di governo, ad un annullamento della classe dirigente nel ’93”, e soprattutto avrebbe evitato “il tentativo che è in corso attualmente di far cadere il governo per via giudiziaria”.

Il testo varato dal Cdm è esattamente quello proposto dallo stesso Guardasigilli e discusso anche nel corso di un colloquio di quasi due ore al Quirinale con il capo dello Stato Giorgio Napolitano. “E’ dal 1994 che volevo questa riforma – ha proseguito Berlusconi – è dai tempi della nostra discesa in campo, finalmente riusciamo a realizzare un punto fondamentale del nostro programma”.

“Abbiamo una maggioranza solida e contiamo di arrivare a 330 deputati a Montecitorio”, ha aggiunto nel corso del Consiglio dei ministri, secondo quanto riferito da fonti governative. Il presidente del Consiglio durante la riunione avrebbe poi sottolineato che il nuovo testo è “una riforma organica, di prospettiva e di profondo cambiamento che non ha nulla a che fare con i processi in corso e non è contro nessuno”.

Poi, intervenendo in conferenza stampa, Berlusconi ha ribadito che “per la prima volta nella storia della nostra Repubblica presentiamo un testo di riforma completo, organico, chiaro, convincente. Lo portiamo all’attenzione del Parlamento che lo discuterà, lo approverà e intendiamo sostenere questa riforma con una larga comunicazione. E’ una riforma che va nell’interesse dei cittadini. Sono già pronte dieci leggi di attuazione, che presenteremo in successione al Parlamento”.

Riferendosi al ridimensionamento del ruolo del pubblico ministero, uno dei punti più a cuore del premier, Berlusconi ha sintetizzato con una battuta: “Il pm per parlare con il giudice dovrà fissare l’appuntamento e battere con il cappello in mano e possibilmente dargli del lei”.

Il Ddl costituzionale contiene la separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri, l’estensione della responsabilità civile del giudice, nonché due Csm separati, entrambi presieduti dal presidente della Repubblica, come previsto nella bozza 2anticipata ieri. Il cardine, ha illustrato in conferenza stampa Alfano, è la divisione tra giudici e pm. La riforma, ha sottolineato, “pone al centro la parità tra accusa e difesa. E’ un impegno che abbiamo assunto con i cittadini. Ed è quello che stiamo sostenendo dal 1994”.