Severino e Casellati in vacanza a Cortina con le scorte pagate da noi

Pubblicato il 11 Gennaio 2012 - 17:11 OLTRE 6 MESI FA

Paola Severino (Foto LaPresse)

CORTINA – L’habitué Daniela Santanchè, l’ex ministro Giancarlo Galan, il ministro Piero Gnudi. Ma non solo. A Cortina, nei giorni “caldi” delle ultime vacanze di Natale, durante il blitz del fisco, c’erano anche il ministro della Giustizia Paola Severino, che ha una casa, e l’ex sottosegretario alla Giustizia, ora senatrice del Pdl, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Perché il loro soggiorno a Cortina colpisce più degli altri? Il soggiorno cortinese delle due signore, della Casellati in particolare, attira l’attenzione perché entrambe godono della scorta: il neo ministro per il ruolo che ricopre e per una brutta lettera di minacce con bossoli ricevuta all’inizio di dicembre. La Casellati ha la scorta in virtù di minacce ricevute quando era sottosegretario e la conserva tuttora con la formula che “non sono venute meno le ragioni di sicurezza che l’avevano richiesta”.

Per una quindicina di giorni, a Cortina, una ventina di agenti della polizia penitenziaria di Padova e Treviso si sono alternati alla scorta delle due politiche, dormendo in alberghi di Cortina a circa 200 euro a notte, e per un costo – a spanne tra diaria e rimborsi – di 100 euro ad agente. Tutti a carico dell’amministrazione penitenziaria. E dunque dello Stato.

Gli agenti all’inizio erano stati sistemati in una caserma messa a disposizione del Corpo Forestale dello Stato: “Il servizio era partito malissimo – racconta Giovanni Vona, segretario regionale del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria – con una sistemazione squallida, inadeguata. Dopo si è corretto il tiro e gli agenti sono stati ospitati in albergo come è giusto che sia”.

Il servizio scorte prevede che ci siano due agenti di scorta ventiquattr’ore su ventiquattro: il servizio è assicurato con turni di 8 ore, perciò ogni giorno gli angeli custodi che si sono turnati a proteggere le due politiche sono stati sei. La Casellati, in particolare, ha un rapporto fiduciario con quattro agenti della polizia penitenziaria di Padova che generalmente la seguono in questi spostamenti.