Corrado Passera sfida Matteo Renzi: un polo liberal-popolare per battere il Pd

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Giugno 2014 - 20:52| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Corrado Passera sfida Matteo Renzi: un polo liberal-popolare per battere il Pd -

Corrado Passera sfida Matteo Renzi: un polo liberal-popolare per battere il Pd

ROMA – Corrado Passera vuole rifondare il centrodestra e creare un partito o una coalizione “liberal popolare” che sia alternativa al Pd di Matteo Renzi. Intervistato da Libero, quotidiano che dal giorno successivo alle elezioni europee sta cercando una nuova guida che non sia berlusconi, Passera presenta il suo movimento, “Italia unica”.

Ministro dello Sviluppo Economico nel governo Monti, ex amministratore delegato delle Poste Italiane e di Intesa Sanpaolo, 59 anni, Passera è stato in passato ipotizzato come leader del centrosinistra o del centro. Ora, in un colloquio con Martino Cervo dal titolo “L’ex ministro in campo: ‘Renzi ha comprato i voti, rifaccio il centrodestra’”, archivia l’esperienza politica di Scelta Civica, partito al quale ha deciso di non aderire: “Non c’erano né grandi leadership né grandi idee in quel progetto”.

“Alla partenza di Scelta civica decisi senza dubbi di non farne parte: non vedevo la forte novità di cui c’era bisogno e che avevo messo come condizione per il mio impegno. Il mio fu un “no” alle vecchie facce e alle combinazioni esistenti. Montezemolo, Casini e Fini convinsero l’allora premier a entrare in un cartello elettorale di partiti e leader esistenti, e scelsi di non starci”.

Severo il giudizio di Passera su Renzi, anche se non nasconde che quello delle europee sia un trionfo per il premier:

“è impossibile non riconoscere la capacità del premier di dare una forte sensazione di energia e ottimismo dopo governi tristi e stanchi. Ma anche per condizioni irripetibili: la “sindrome Grillo” ha fatto sì che il Pd fosse percepito come unica alternativa al pericolo istituzionale che sembrava crearsi con un trionfo del Movimento 5 Stelle. È stata una campagna elettorale di acquisto voti: gli 80 euro – che non sono 80 – hanno sicuramente convinto molti a votare Renzi. Ma la ragione principale del successo è stata un’altra: Renzi ha sostanzialmente giocato a porta vuota per mesi. E questo spiega perché metà degli italiani non ha votato, o ha votato scheda bianca o nulla. Non si ritrovano nelle offerte politiche disponibili. Il 40% del Pd va letto come il 20% degli elettori: in valore assoluto, un milione di voti in meno di quando Veltroni raggiunse il record del 33%”.

E visto che gli italiani bocciano “l’attuale offerta politica del centrodestra”, cioè Berlusconi, secondo Passera bisogna costruire un bipolarismo in Italia

“sulle due grandi famiglie politiche: socialisti e liberali-popolari. Se i primi hanno dato mostra di sapersi riorganizzare, pur con vari limiti, dall’altra parte per ora si vede ben poco, e anche con scarsa capacità di autocritica. L’attuale frammentazione, la radicalizzazione delle posizioni e l’asservimento a Renzi non potrebbero che spingere altri indecisi verso il Pd”.

Quando parla di radicalizzazione intende la Lega, quando parla di asservimento non può non riferirsi al Nuovo Centrodestra di Alfano. Passera insomma vorrebbe fare piazza pulita delle attuali forze del centrodestra. Con questo programma:

“Il nostro viaggio è partito in febbraio dopo mesi di preparazione e vuole essere un grande richiamo allo sviluppo, una risposta all’urlo di dolore di 10 milioni di persone che non hanno lavoro o sono prive di un lavoro sufficiente, alle aziende forti che possono trainare la ripresa e alle tantissime in difficoltà. 400 miliardi da mobilitare tra investimenti, credito e soldi in tasca a imprese e famiglie. Cinquanta miliardi di tasse in meno per famiglie e imprese. Modello di sviluppo basato su istruzione, sviluppo, cultura e ambiente”.

Renzi sottoscriverebbe

“Non direi. Il Def prevede ben 50 miliardi di aumento delle spese correnti dello Stato, e un taglio ulteriore degli investimenti, cioè l’esatto opposto di quel che sto dicendo. Così sarà impossibile tagliare le tasse. Vogliamo uno Stato davvero leggero: qui invece vedo tentativi di riforme di Senato e province dove non cambia nulla. Portiamo il Parlamento a una sola Camera, e facciamo uscire i partiti da imprese, Rai, sanità. Dovunque io sia stato durante il viaggio, la sensazione è di soffocamento da burocrazia. C’è tanta energia da liberare. Abbiamo progetti per dare soluzioni economiche e istituzionali, e il 14 giugno queste proposte diventeranno un cantiere offerto alla politica e al governo […] io voglio creare una cosa che oggi non c’è. Primarie per mettersi alla guida di contenitori vecchi non mi interessano. Ci vuole un progetto per ridare agli italiani che da 20 anni aspettano la rivoluzione liberale una ragione per un nuovo impegno. Allora si potrà anche parlare di primarie”.