Da Cameron alla City, Monti “convince” gli euroscettici

Pubblicato il 18 Gennaio 2012 - 22:07 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA, 18 GEN – Mario Monti torna in aula e si commuove: alla nona ora del suo tour de force londinese il presidente del Consiglio e' apparso visibilmente emozionato salendo in cattedra alla London School of Economics davanti a 450 studenti e docenti ''uno o due dei quali italiani'' e alcune migliaia che assistevano il suo intervento in streaming.

Un lungo applauso ha salutato la fine della lezione sulle sfide alla crescita dell'Europa in un mondo globalizzato che per per la verita' ha toccato molti tasti di interesse italiano: ''E' bello essere europei perche' ti permette di fare del provincialismo non pericoloso'', ha detto il Professore a cui in chiusura il ''vecchio amico'' e presidente dell'ateneo di area liberal londinese Peter Sutherland ha regalato un berrettino con le insegne della Lse.

Monti, come aveva fatto prima di lui Nelson Mandela e tanti altri dignitari stranieri in visita, e' stato costretto a metterlo sotto i flash dei fotografi: ''Spero che sia di buon auspicio. Che porti a un tetto sui tassi di interesse'', aggiunge affidandosi ad un gioco di parole visto che in inglese cappello e tetto si dicono nello stesso modo.

Se per Monti la London School e' stato un piacere, ben piu' impegnativo e' stato il confronto con 150 agguerriti giornalisti internazionali che lo attendevano al termine dell'incontro con i 'cardinali' della City custodi del debito pubblico italiano. Monti aveva visto una ventina di investitori in 'comitato ristretto' e poi altri 130 a porte chiuse per convincerli che l'Italia e' affidabile. ''Sono ottimista'', ha detto poi in conferenza stampa: ''Sorprendentemente la gente ci appoggia nonostante le misure difficili. Il nostro operato sta spostando l'Italia dalla lista delle nazioni che pongono dei problemi a quella di chi contribuisce alle soluzioni''.

Monti alla City ha indossato l'abito del Commissario Europeo preparato e imbattibile sui dati. Ad aggiungere un po' di pepe ci ha pensato un giornalista della Bbc chiedendogli perche' la Gran Bretagna deve pagare per il ''disastro'' provocato dalle azioni del ''pagliaccio'' Silvio Berlusconi che ora rischiano di costare 15 miliardi di sterline ai contribuenti britannici.

Il presidente del consiglio ha risposto con aplomb: ''Rispetto la sua opinione personale. Che io sappia pero' l'Italia non e' costata un penny al Regno Unito e nemmeno viceversa, almeno in questa fase storica''.

Con la Gran Bretagna di David Cameron c'e' feeling: ''Hanno molto da insegnare all'Europa anche in termini di rispetto della legge'' che nel continente ''e' inegualmente distribuito''. Monti ha visto Cameron – entrambi in cravatta azzurro-europa, che e' anche il colore dei Tory – davanti a un 'light lunch' a Downing Street. Segreto il menu, ma non il giudizio del premier britannico sul collega italiano, ''un leader forte e coerente''.

Monti superstar dunque a Londra, con l'Economist che saluta i 60 giorni del suo governo scrivendo che l'Italia e' tornata al tavolo dei grandi'' dopo esser stata ''fatta sloggiare alla chetichella sotto Berlusconi''. Unica macchiolina nell'impeccabile percorso tra i palazzi della finanza e della politica – in chiusura di viaggio Monti ha visto anche il numero due della coalizione Nick Clegg e il leader dell'opposizione Ed Miliband – una manifestazione di un centinaio di studenti fuori dalla London School: ''Torna a Bruxelles. We know you, you are a banker too''.