Immigrazione, la Consulta boccia l’aggravante di clandestinità: discriminatoria

Pubblicato il 8 Luglio 2010 - 16:36 OLTRE 6 MESI FA

L’aggravante di clandestinità, fiore all’occhiello del pacchetto sicurezza 2008  è ”discriminatoria”. Anzi, per la Consulta, è contraria alla Costituzione che all’articolo 3 sancisce il principio di uguaglianza:  la Carta “non tollera irragionevoli diversità di trattamento”.

Insomma i cittadini sono tutti uguali: se il reato c’è non può esistere un’aggravante solo perché chi lo compie è clandestino.

La Corte Costituzionale ha anche ritenuto l’aggravante in contrasto con l’articolo 25 della Carta ”che prescrive in modo rigoroso che un soggetto debba essere sanzionato per le condotte tenute e non per le sue qualità personali”.

Nel suo ragionamento la Corte fa anche riferimento al reato di clandestinità introdotto nel 2009, con il secondo pacchetto sicurezza: ”La violazione delle norme sul controllo dei flussi migratori può essere penalmente sanzionata, per effetto di una scelta politica del legislatore, non censurabile in sede di controllo di legittimita’ costituzionale”.

Però ”non può introdurre automaticamente e preventivamente un giudizio di pericolosità del soggetto responsabile, che deve essere frutto di un accertamento particolare, da effettuarsi caso per caso, con riguardo alle concrete circostanze oggettive e alle personali caratteristiche soggettive”.