Intercettazioni, Schifani espelle i senatori “ribelli” dell’Idv. Il Pd non vota

Pubblicato il 10 Giugno 2010 - 11:59 OLTRE 6 MESI FA
senatori idv

I senatori dell'Idv durante l'occupazione

Senatori espulsi, senatori che abbandonano l’Aula per protesta. Maggioranza e opposizione si scontrano in Senato nel giorno della votazione del disegno di legge sulle intercettazioni. La giornata è cominciata con il presidente Schifani che ha espulso i senatori dell’Idv che stavano occupando in aula i banchi del Governo. I dipietristi sono stati riammessi subito prima del voto. Il Pd invece non parteciperà al voto di fiducia sul ddl, come ha annunciato in dichiarazione di voto dal capogruppo Anna Finocchiaro.

Precedentemente i capigruppo dei senatori erano stati convocati per discutere dell’occupazione notturna dell’Aula effettuata da 12 senatori dell’Italia dei Valori, che protestavano contro il testo del ddl.

Gli esponenti dell’Idv avevano continuato l’occupazione dell’Aula e avevano deciso di disertare la riunione. Il presidente del Senato Renato Schifani li ha invitati per 3 volte ad abbandonare i banchi del governo, prima di procedere con l’espulsione.

Ma i dipietristi, capeggiati dal capogruppo Felice Belisario, non si sono mossi. Sono rimasti seduti senza nemmeno degnare di uno sguardo Schifani. Tutti i parlamentari dipietristi hanno una pochette tricolore nel taschino.

Il presidente di Palazzo Madama ha così sospeso la seduta una prima volta riservandosi di decidere sulla diretta televisiva. L’ eventualità che la diretta saltasse era stata discussa anche nella riunione dei capigruppo. Alla fine Schifani ha deciso il ripristino della diretta.

E infatti il collegamento televisivo è cominciato con le dichiarazioni di voto da parte dei capigruppo. Il Movimento delle Autonomie guidato da Giovanni Pistorio non partecipa al voto di fiducia al ddl intercettazioni. Lo ha annunciato in aula durante Riccardo Villari che ha espresso “il disagio del gruppo per una legge che riguarda uno strumento utile e insostituibile” per le indagini.

Ironico il commento del capogruppo dell’Idv Luigi Li Gotti: “Oggi i malfattori staranno canticchiando ‘Meno male che Silvio c’é'”. Dopo aver smantellato il provvedimento punto per punto, il parlamentare dipietrista ha rivolto ai colleghi della maggioranza alcune domande provocatorie come quella del perché “questo governo odia la libera stampa?”. La risposta che anticipa da sé è che questo ddl verrà approvato “solo perché lo vuole Berlusconi per il suo sistema”, la stessa persona, aggiunge Li Gotti, “che ieri ha attaccato la Costituzione italiana e che, sempre ieri, ha negato che esista la ‘cricca’”.

Li Gotti spiega dunque che bisogna fare “Resistenza in questo Paese”, contro “il basso impero di Berlusconi”, e per farlo “anche l’occupazione dell’Aula serve. Fa parte della protesta”. Il senatore dipietrista se la prende quindi con la presidenza del Senato “per aver impedito ai cronisti di seguire lo sgombro dell’Aula, quando i parlamentari dell’Idv sono stati trascinati via dai banchi del governo”. “Noi diciamo no a questo provvedimento – conclude – così come diciamo no al governo del malaffare. Viva l’Italia onesta e pulita”.

Anche l’Udc voterà “no” al testo, come ha annunciato Giampiero D’Alia: “La fiducia ha impedito di migliorare una legge che serve per evitare gli abusi ed è stato un atto di forza che nasconde la debolezza della maggioranza e il fatto che la coesione dura lo spazio di un mattino. Al Senato votiamo no ma non ci rassegnamo e alla Camera riproporremo le modifiche con lo stesso spirito costruttivo”.

Poi è stato il turno della Lega. Per il capogruppo Bricolo “l’attuale testo della legge sulle intercettazioni, notevolmente migliorato in Senato, risponde a due fondamentali esigenze: sicurezza e azione delle forze dell’ordine e, al contempo, tutela della privacy”.” “Questo governo – ha rilevato Bricolo – ha portato a casa risultati importanti nel contrasto alla criminalità, ha permesso il sequestro dei beni della mafia, ha bloccato gli sbarchi dei clandestini”.

Il capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, dopo aver dichiarato il “non voto” da parte dei senatori democratici, ha attaccato la maggioranza: “Con questa legge voi volete nascondere i vostri affari, l’uso privato delle risorse pubbliche e tutelare la vostra privacy perché volete il popolo cieco bue. Da qui comincia il massacro della libertà e noi vogliamo che risulti evidente”.

Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri ha parlato in un’Aula semivuota, visto che i senatori del Pd erano già usciti: “Votiamo sì orgogliosi e convinti, come sempre, questa legge utile e importante. Siamo orgogliosi di avere fatto un confronto, il Pdl si confronta e applica al suo interno la democrazia che voi oggi ignorate e calpestate.

Poi Gasparri ha attaccato i senatori del Pd: “Alla Camera, col voto segreto avremo più voti della maggioranza. Molti di voi si vergognano di votare contro questa legge, perciò uscite dall’aula. L’atteggiamento dei colleghi non è un atteggiamento democratico, manifestano il disprezzo delle istituzioni e l’arroganza”.

Poi ha ribaltato le “accuse” che sono mosse a questo disegno di legge: “Se tutto è pubblicabile si fa un favore ai criminali: il giornalismo di inchiesta è tutelato da questa legge”. “Le intercettazioni – sostiene Gasparri – sono solo l’extrema ratio per le indagini e invece ora se ne fa un uso costante, continuo per indagare, anzi si comincia intercettando”.

Gasparri, poi, ha citato alcuni “colleghi giornalisti” come Piero Ostellino che “sul Corriere della Sera ha scritto che ‘i processi si fanno in Tribunale e non sui giornali” e il presidente dell’ Ansa Giulio Anselmi “che tempo fa ha detto ‘una legge sulle intercettazioni e’ necessaria perché abbiamo pubblicato intercettazioni inutili e dannose”. “Io come giornalista – tuona Gasparri – provo vergogna per l’ uso che i colleghi hanno fatto e fanno delle intercettazioni”. Secondo il capogruppo del Pdl “vengono usate da certa stampa contro Berlusconi per cercare di ribaltare la volontà democratica”.