Nino D’Angelo: “Comunista fin da bambino, voterei Vendola. Saviano? Ho un punto di vista diverso”

Pubblicato il 1 Marzo 2011 - 21:38| Aggiornato il 22 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

Nino D'Angelo

NAPOLI – Si dice pronto a votare Nichi Vendola ma allo stesso tempo è convinto “che non lo faranno passare”. E non disdegna una piccola stoccata a Roberto Saviano. Il cantautore Nino D’Angelo, intervistato dal settimanale Diva e Donna,  racconta la “sua” Napoli e parla soprattutto di politica.

Le idee, D’Angelo, ce le ha ben chiare e non fa nulla per nasconderle: “Sono comunista fin da bambino. Oggi voterei per il governatore della Puglia, ma non lo farebbero mai passare: un gay dichiarato al governo sarebbe rivoluzionario come Obama in America, e noi non siamo l’America”. Anche perché, oggi, quello che mancano sono i punti di riferimento: “Non si capisce più niente: Fini dice le parole che usava Veltroni. Non si capisce più chi è di destra e chi di sinistra”.

Su Saviano, invece, il cantautore spiega: “Io che nasco scugnizzo ho un punto di vista diverso da Saviano. Vivere tra legalità e illegalità al Sud è normale. Sono nato a Casoria, quanti miei amici di allora fanno i camorristi o sono morti ammazzati? Uno della mia gente non vede il guappo solo come una cosa ‘malamente'”.

Infine un cenno alla sua esperienza alla guida del teatro Trianon a Forcella: “Ho preso una mazzata grande, mi hanno tolto il teatro, mi hanno cacciato come un delinquente. Ho pagato un colore politico perché a me m’aveva messo Antonio Bassolino. Ho preso questo teatro che faceva 65 abbonati, al terzo anno l’ho portato a 4.500, facendo passare l’idea che il diritto alla cultura è anche dei diseredati. Va bene fare vedere Gomorra in tutto il mondo  ma la gente di Forcella andava a teatro nel quartiere simbolo della malavita, a due metri dalla casa di Giuliano”.