Reddito di cittadinanza, chef Pietro Parisi: “I lavapiatti ora se ne stanno a casa”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2019 - 20:52 OLTRE 6 MESI FA
chef pietro parisi

Lo schef Pietro Parisi (Ansa)

ROMA – Lo chef Pietro Parisi, il “cuoco contadino” che è tornato nel vesuviano dopo aver lasciato le cucine più esclusive lancia il suo grido d’allarme: “Con il reddito di cittadinanza la gente che lavorava, la manovalanza, i lavapiatti, gli uomini delle pulizie, sono spariti. Se ne stanno a casa, lavorano solo nei week end, se gli va. Tanto guadagnano lo stesso”.

La denuncia in un’intervista rilasciata a Claudio Rizza del quotidiano Il Dubbio: Parisi racconta le difficoltà nel trovare personale per il suo ristorante. Al momento i giovani che non hanno un lavoro si accontentano del reddito di cittadinanza “arrotondando” con qualche lavoretto nel weekend. Le sue cucine si stanno svuotando del personale che permette ai cuochi di esprimere il talento, l’anima del locale, come la chiama Parisi.

“Succede che chi guadagnava 900 euro al mese, lavando i piatti, facendo le pulizie, insomma gli uomini di fatica, – racconta Parisi – la manovalanza che è la ricchezza di un ristorante perché senza di loro camerieri, cuochi e chef poco possono fare, ora se ne sta bellamente a casa. Hanno ottenuto il reddito di cittadinanza, chi 600, chi 700, e se ne guardano bene di sfacchinare tutta la giornata. A’ cazzimma ormai la fa da padrona”.

E qui entra in gioco il fattore “lavoro nero”: bastano pochi giorni di lavoro non dichiarato per arrivare a superare i mille euro di stipendio: “Rinunciano al lavoro fisso e puntano tutto sugli extra. I sabati e le domeniche il lavoro si trova facilmente, soprattutto ora che manca la manodopera e siamo nella stagione delle ferie estive. Nu guaglione che ti fa un turno nel weekend prende 50 euro. Se di domenica fai mattina e sera ne prendi 100. Bastano quattro domeniche e arrivi a 400 euro più i sei-settecento del reddito di cittadinanza, eccolo lì che guadagni più di prima lavorando quattro giorni al mese. Poi se fatichi un po’ pure di sabato diventi ‘ricco’, si fa per dire, il reddito di cittadinanza è una pacchia”.

Il “sistema,” spiega il cuoco, è rischioso sia per il lavoratore, sia per il datore. “Certo, intanto se ti beccano che fai lavorare uno che percepisce il reddito di cittadinanza passa i guai lui ma li passi pure tu, devi spiegare perché non lo hai messo in regola. Lui naturalmente non vuole, perché sennò addio reddito. C’è naturalmente chi se ne approfitta per non pagare i contributi, e rischia”.

Secondo Parisi, l’ambiguità di questa situazione è una sorta di “ferie di cittadinanza perché il lavoro c’è, ora mancano i lavoratori. Le aziende di servizi, che hanno manovalanza, sono nelle stesse condizioni. Qui, nel napoletano, è un grosso problema. Ad un operaio edile il lavoro extra non manca: sui grossi lavori c’è sempre richiesta supplementare di manodopera. Basta che ti fai un servizietto a settimana, vai ad aggiustare qualcosa in un appartamento, fai le mattonelle nel bagno, ecco che tiri fuori la giornata e sommi al reddito. Ma sto reddito non dovrebbe durare in eterno”.

Fonte: Leggo