Sinistra si è fatta furba, Berlusconi si è fatto cotto: la risposta cattiva della destra

di Sergio Carli
Pubblicato il 14 Giugno 2011 - 15:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Quando lo hanno sentito mostrare a Netanyahu il dipinto alle sue spalle come “un bunga-bunga del 1811, ecco quello là sono io e quello è Apicella…”, una mestizia più rassegnata che disperata si è dipinta sul volto di chi accompagnava Berlusconi. Quando lo hanno visto, nel pomeriggio in cui il governo veniva sepolto dalla valanga di Sì ai referendum, andarsene a comprare e mostrarsi compiaciuto nello shopping di collanine, uno scoramento più disperato che rassegnato ha percorso e conquistato chi accompagnava il premier. Nel giorno in cui la sinistra si è fatta furba, e anche furbetta, Berlusconi si mostra cotto…e si annuncia cattivo.

Sinistra furba, e anche furbetta. L’unico referendum “suo”, tutto suo era quello sul legittimo impedimento. Coronamento conseguente di una lunga battaglia contro le leggi ad personam e per la difesa del principio della legge uguale anche per chi governa e comanda. Una battaglia vinta, un’aperta sconfessione di Berlusconi, qualcosa di autenticamente di sinistra che su questo campo ha raccolto il suo elettorato e anche quello non suo. Ma il Sì alla cancellazione del nucleare e il Sì al divieto di partecipazione dei privati nella gestione dell’acqua proprio di sinistra in origine non erano. A certe condizioni e con certe garanzie in origine la sinistra non era tutta e totalmente contro il nucleare, anche se rapidamente questa diventò la posizione di maggioranza dentro la sinistra. Quanto all’acqua, la sinistra di governo e di opposizione aveva tentato riforme di un sistema di acqua pubblica che nei fatti significava acqua lottizzata tra i partiti e servizio gestito senza standard obbligatori, verifiche serie e con deficit ripianati a piè di lista con denaro pubblico. Ma negli ultimi mesi e settimane la sinistra si è fatta furba, ha capito dove spirava il vento e ha messo la vela in quella direzione. Furba di un’astuzia che una volta era tutta berlusconiana e a Berlusconi veniva imputata come demagogia, furbetta perché ha “cavalcato la tigre” sperando che questa non affondi mai i suoi artigli nella concreta realtà della questione energetica e dei costi ed efficienza dei pubblici servizi. Furba come doveva: si è accorta che la gente non si fidava del nucleare e del nucleare affidato a Berlusconi e ai suoi ministri. Furbetta come forse non doveva, ma è la “politica” e non puoi farci niente.

Nel frattempo Berlusconi si faceva…cotto. Ha “provocato” l’elettorato tentando il “magheggio” di farlo sparire il referendum sul nucleare. Ha indispettito la pubblica opinione fissando il referendum in una data estiva per sabotare il quorum e facendo pagare 300 milioni per non accorparli con le amministrative. Ha giocato con il non voto, ha invitato ad andare al mare, ha detto agli elettori che si votavano il loro voto era inutile. Ha comunicato: fate pure, tanto non cambia niente. Ha indicato al paese come risposta alla crisi economica il rafforzarsi del gruppo parlamentare dei “responsabili” che vota per lui. Si è mostrato stizzito e stizzoso, ha messo la “faccia” sulla sconfitta elettorale delle amministrative e poi la “faccia” l’ha nascosta sui referendum, referendum su quattro leggi votate e volute dalla sua maggioranza e dal suo governo.

E, peggio del peggio, ha dato fiato e ha fatto sponda alla processione questuante che chiede a Tremonti di “allargare i cordoni della borsa”, come se nella borsa dein soldi pubblici ci fosse chissà quale tesoro nascosto da afferrare e arraffare. Ha firmato di suo pugno l’impegno a rientare dal deficit entro il 2014 e poi se n’è pentito e ora tenta di svicolare. Promette meno tasse senza dire come, mentre anche i suoi migliori ministri sono impegnati proprio su quel difficile “come”. Si è fatto cotto Berlusconi e annuncia che si farà “cattivo”. Sta più o meno muto ma lascia intendere che per restare al potere sfascerebbe la finanza pubblica. Berlusconi, cioè la risposta cattiva della destra italiana.