Tasse, debito, Salerno-Reggio: tre “balle” di Berlusconi. Sgonfiate dal suo governo e dall’Europa

Pubblicato il 30 Settembre 2010 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

Per tre volte in un solo discorso il premier ha raccontato una “balla”, una cosa inesatta prima ancora di essere non vera. E per tre volte, prima che giungesse il tramonto dello stesso giorno, Silvio Berlusconi è stato smentito. Due volte dal suo stesso governo, la terza dalla Commissione Europea. E’ stato smentito dalle parole ufficiali, cifre alla mano, del ministro dei Trasporti Matteoli. Dal documento di bilancio della Tesoreria di Tremonti. E da Barroso che parlava a Bruxelles. Tradito tre volte, ma perchè il “gallo ha cantato”?

Primo canto, ecco Berlusconi che parla alla Camera: “Entro il 2013 sarà completata l’austostrada Salerno-Reggio Calabria”. In aula l’opposizione sorride e sfotte. Il premier replica: “Colmiamo i buchi fatti dal governo di centro sinistra”. Quasi in contemporanea Matteoli fa ufficialmente sapere: “La Salerno-Reggio Calabria sarà ultimata al 90 per cento entro il 2014”. Un anno in più e il dieci per cento in meno dei chilometri su cui giura il premier.

Secondo cato, sempre Berlusconi alla Camera: “Entro la legislatura (cioè entro il 2013) meno tasse per le famiglie, il lavoro e la ricerca”. Nelle stesse ore, proprio nelle stesse ore il Ministero del Tesoro stampa un documento previsionale sull’economia dove c’è scritto, nero su bianco: “Pressione fiscale nel 2010 pari al 42,8 per cento del Pil, nel 2011 pari al 42,4 per cento, nel 2012 pari al 42,6 per cento”. Cioè pressione fiscale invariata, stesse tasse di prima. E’ un documento ufficiale del governo quello che contraddice Berlusconi.

Terzo canto, ecco Berlusconi alla Camera in sede di replica al pomeriggio: “Su mia proposta l’Europa ha accettato di considerare come parametro non solo il debito pubblico ma anche quello privato. Questo avvantaggia l’Italia che ha poco debito privato ed evita all’Italia danni e sanzioni”. Stesso pomeriggio, stesso giorno: Barroso esclude che nella revisione del trattato sia stato inserito un nuovo parametro, quello appunto del debito privato. Dice anzi Barroso che l’accordo europeo consiste nell’obbligare al rientro i paesi che hanno deficit sopra quota sessanta per cento del Pil. Sempre da previsioni ufficiali del Tesoro, l’Italia ha per il 2010 un debito pubblico pari al 118,5 del Pil, sarà del 118,2 per cento nel 2011, del 117,5 per cento nel 2012, del 115,2 per cento nel 2013. Cifre di governo. Barroso precisa che i governi in queste condizioni, debito sopra il 60 per cento del Pil, saranno obbligato a rientrare in “rate” annuali del cinque per cento dell’eccedenza. Per l’Italia dunque il cinque per cento di circa il cinquanta per cento, cioè circa 2,5 punti di Pil all’anno. Per l’Italia una quarantina di miliardi, il doppio dell’ultima manovra Tremonti. Quel che l’Italia è riuscita a far introdurre non è un nuovo parametro ma solo la “considerazione” che si terrà nell’applicare le sanzioni della tenuta e solidità complessiva del paese, tra cui appunto il relativamente basso debito privato. Il perchè è ovvio: il debito privato non può pagare quello pubblico, a meno che lo Stato non espropri i patrimoni. Se però c’è poco debito privato, in quel paese si può teoricamente aumentare la tassazione e così pagare il debito pubblico. Ma in Italia si possono alzare le tasse? Non c’è il parametro nuovo annunciato da Berlusconi al Parlamento, c’è la “considerazione” che potrà portare a dilazione o sconto della sanzione, niente di più.

Una “balla stradale”, una “fiscale” ed una “europea”. Balle più che bugie perchè queste si scoprono presto ma qualche tempo durano, quelle invece scoppiano subito come “balle di sapone”. Balle tutto sommato inutili, inutili da raccontare. Non aveva bisogno Berlusconi di raccontarle, perchè lo ha fatto? Mistero minore ma non minimo della Repubblica.