Obesità manda in tilt il cervello, lo studio: “Si adatta a non sentire i nutrienti nel corpo”

Uno studio pubblicato su Nature Metabolism mostra che le risposte cerebrali a specifici nutrienti sono ridotte nelle persone obese e non migliorano nemmeno se si riesce a perdere peso.

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Giugno 2023 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA
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Foto Ansa

L’obesità manda il cervello in tilt rendendolo più incline a scelte alimentari sbagliate. La prova arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism. Studio che mostra che le risposte cerebrali a specifici nutrienti sono ridotte nelle persone obese e non migliorano nemmeno se si riesce a perdere peso.

Obesità manda in tilt il cervello, ecco perché

Condotto all’Università di Amsterdam, lo studio ha coinvolto 60 partecipanti. I risultati suggeriscono che nei soggetti obesi possono verificarsi adattamenti cerebrali di lunga durata, che potrebbero influenzare il comportamento alimentare. L’assunzione di cibo dipende dall’integrazione di complessi segnali metabolici e neuronali tra il cervello e diversi distretti corporei, tra cui l’intestino e il sangue.

Questa rete innesca le sensazioni di fame e sazietà, regola l’assunzione di cibo e la motivazione a mangiare. In questo studio i ricercatori olandesi hanno introdotto nutrienti specifici direttamente nello stomaco di 30 partecipanti con un peso corporeo sano e di 30 individui con obesità, misurando contemporaneamente la loro attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica e il rilascio di dopamina mediante scansioni. “Abbiamo scoperto che, rispetto alle persone con un peso corporeo sano, quelle obese rilasciano meno dopamina in un’area del cervello importante per indurre le sensazioni di gratificazione legate all’assunzione di cibo”, afferma Mireille Serlie, autrice principale. L’ obesità si associa anche a ridotta attività cerebrale al momento dell’introduzione dei nutrienti nello stomaco.

L’obesità e la risposta celebrale 

Nel complesso, questi risultati suggeriscono che negli obesi è ridotta la capacità di avvertire i nutrienti nello stomaco e nell’intestino e di ricevere appagamento dal cibo e ciò potrebbe avere profonde conseguenze sui comportamenti alimentari. Inoltre, è emerso che perdere il 10% del peso corporeo (in seguito a una dieta di 12 settimane) non è sufficiente a ripristinare queste risposte cerebrali nei soggetti obesi.

Adattamenti cerebrali di lunga durata 

La ricerca suggerisce quindi che nel contesto dell’obesità si verificano adattamenti cerebrali di lunga durata che permangono anche dopo il raggiungimento della perdita di peso. “Il fatto che queste risposte cerebrali non vengano ripristinate dopo la perdita di peso può spiegare perché la maggior parte delle persone riprende peso dopo in primo dimagrimento”, conclude Serlie.