Lite in sala parto a Messina, lesioni colpose: cinque indagati

Pubblicato il 29 Agosto 2010 - 18:40 OLTRE 6 MESI FA

Uno voleva fare il cesareo, l’altro no. Quella lite fra ginecologi ha ritardato l’intervento su Laura Salpietro al policlinico di Messina? La Procura ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati cinque persone.

La donna, 30 anni, ha avuto un’emorragia e l’asportazione dell’utero, mentre il figlio ha subito due arresti cardiaci e potrebbe avere avuto danni cerebrali.

Oltre ai due ginecologi che hanno litigato e al direttore dell’unità operativa di ostetricia, i carabinieri hanno notificato altri due avvisi di garanzia, probabilmente, agli altri due medici che hanno poi operato la donna. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di lesioni personali colpose e omissioni.

Sulla versione dei fatti e del diverbio avvenuto non è molto chiara la situazione però. Racconta Antonio De Vivo di un’aggressione mentre Laura Salpietro, 30 anni, aspettava di partorire. ”I fatti non sono assolutamente andati come è stato riportato dai media, sto provvedendo con i miei legali per rettificare una versione che non corrisponde a verità. Non ho aggredito nessuno, ma sono stato aggredito. Ho già consegnato un’informativa alla direzione sanitaria del Policlinico per spiegare come sono andati effettivamente i fatti”.

Benedetto dà la sua versione : ”Mi trovavo in veste di medico di guardia responsabile e attendevo il cambio del collega alle 8. Sono quindi sceso in sala parto per prendere le cartelle da dare poi al collega, quando in una stanza vedo due ostetriche, un infermiere e il dottor Antonio De Vivo, che stanno prestando assistenza in maniera concitata alla paziente. Noto il cardio-topografo che rivela in tempo reale il battito cardiaco e le contrazioni uterine e dal tono e dall’intensita’ rilevo che c’è un battito cardiaco basso. Vado dunque in sala riunioni e telefono in rianimazione, chiedendo urgentemente un anestesista per un cesareo. Di quello che sto dicendo ci sono le registrazioni. Chiamo anche il mio direttore di unità operativa, il prof. Domenico Granese per avvertirlo e lui scende subito giù”.

”Tra queste due chiamate, il dott. De Vivo entra nella stanza riunioni per chiamare l’anestesista. Gli dico che già l’ho fatto e poi gli chiedo cosa abbia fatto. Per legge lui infatti mi deve mettere al corrente di quel che fa perché io sono il medico responsabile in quel momento dal punto di vista giuridico e ne rispondo”. Secondo il ginecologo a quel punto comincia la lite: ”Lui comincia ad insultarmi e mi getta una sedia contro, non mi colpisce perche’ la sedia sbatte contro la scrivania e cade sul pavimento. Poi prima di andare via dà un pugno alla vetrata e si fa male. Io non l’ho aggredito, né strozzato come lui dichiara, difatti non ha segni né manifestazioni di aggressione se non quelli che si è procurato da solo con il pugno alla vetrata”.

Benedetto sottolinea di essere contento ”che la madre e il bambino stiano meglio”. ”Vorrei quando sarà possibile chiarire con il padre del bambino – prosegue – ha detto cose inesatte, tutto si è svolto con la massima celerità”. Per il medico i problemi di salute della puerpera ”purtroppo sono dovuti a una patologia pregressa della moglie”. ”Certo, se il mio collega avesse effettuato un tracciato e si fosse accertato delle patologie della donna – sostiene ancora – forse non avrebbe messo il gel che serve per la stimolazione e alcune volte, con la presenza di patologie, può essere nocivo. Non sono però al corrente al 100 per cento di come sono andati i fatti, dico solo quello che ho visto io. Spero rientri questo polverone, la sanità è in una situazione disastrosa ma per le carenze di organico, non per la negligenza dei medici”