Questo snack comune potrebbe potenziare la memoria negli over 60: i risultati di una nuova ricerca (blitzquotidiano.it)
Negli ultimi anni la ricerca su come proteggere il cervello dall’invecchiamento è diventata sempre più centrale. Con milioni di persone nel mondo che convivono con forme di decadimento cognitivo e senza una cura definitiva, ogni scoperta su ciò che possiamo fare nella vita di tutti i giorni assume un valore straordinario.
È in questo scenario che arriva uno studio europeo molto interessante: un alimento comunissimo, economico e presente in quasi tutte le cucine potrebbe aiutare a sostenere la memoria e la salute cerebrale dopo i 60 anni. E la cosa interessante è che si tratta di qualcosa che molti consumano già regolarmente: le arachidi.
La ricerca, condotta dal Maastricht University Medical Center nei Paesi Bassi, offre uno sguardo nuovo sul ruolo degli alimenti ricchi di antiossidanti e grassi “buoni” nella protezione dei vasi sanguigni cerebrali, un fattore fondamentale per mantenere memoria, attenzione e capacità decisionali nel tempo.
Perché il cervello ha bisogno di un aiuto extra con l’età
Con il passare degli anni, il flusso di sangue al cervello tende a diminuire lentamente. È un processo fisiologico, ma può accelerare se lo stile di vita non è ottimale. Il flusso sanguigno è essenziale per portare ossigeno, vitamine e nutrienti alle aree che controllano memoria e funzioni cognitive. Non a caso molte ricerche hanno dimostrato che l’alterazione della circolazione cerebrale è collegata a un rischio maggiore di sviluppare Alzheimer e altre forme di decadimento cognitivo.
I ricercatori partivano proprio da questa premessa: se alcuni alimenti migliorano il benessere dei vasi sanguigni, è possibile che possano anche favorire un migliore nutrimento del cervello?
Le arachidi, in particolare quelle tostate con la pelle, sono ricchissime di polifenoli, vitamine del gruppo B, proteine, grassi insaturi e L-arginina, un amminoacido coinvolto nella regolazione del flusso sanguigno. Un mix ideale per sostenere la circolazione e, potenzialmente, le funzioni cognitive.
Lo studio: cosa succede mangiando due porzioni di arachidi al giorno

Il team olandese ha reclutato 31 adulti tra i 60 e i 75 anni, tutti in buona salute. Ogni partecipante ha seguito due fasi: una in cui non poteva consumare né arachidi né altra frutta secca, e una in cui doveva assumere due porzioni di arachidi al giorno (circa 60 g). Le due fasi duravano 16 settimane ciascuna ed erano separate da un periodo di pausa.
Durante lo studio, i ricercatori hanno monitorato parametri fondamentali: pressione sanguigna, analisi del sangue, dieta abituale, risonanze magnetiche cerebrali e test di memoria.
I risultati sono stati sorprendenti.
Al termine della fase con arachidi, il flusso sanguigno cerebrale totale aumentava del 3,6%, con un incremento del 4,5% nella materia grigia. Ma la sorpresa più grande è venuta dalle aree più coinvolte nella memoria e nel linguaggio. Nel lobo frontale il flusso sanguigno aumentava di oltre il 6%, mentre nel lobo temporale – chiave per il ricordo delle parole – il miglioramento sfiorava il 5%.
E proprio nei test di memoria verbale i partecipanti ottenevano un piccolo ma reale progresso: riuscivano a riconoscere più parole rispetto al periodo senza arachidi. Piccoli numeri, ma significativi se consideriamo che la memoria verbale è una delle prime funzioni a risentire dell’invecchiamento.
Non è tutto: si è registrata anche una riduzione media di 5 mmHg della pressione sistolica, un cambiamento che, secondo diverse linee guida cardiologiche, può tradursi in una diminuzione concreta del rischio di ictus e infarti.
Perché proprio le arachidi? Una combinazione vincente
Le arachidi sono spesso considerate uno snack a metà tra il salutare e il goloso, ma in realtà hanno un profilo nutrizionale molto interessante. Sono ricche di grassi insaturi simili a quelli della frutta secca, contengono grandi quantità di polifenoli – potenti antiossidanti – e la loro pelle aggiunge fibre e ulteriori composti protettivi.
I ricercatori suggeriscono che il merito dei risultati potrebbe essere proprio della combinazione di questi elementi, che lavora in sinergia per migliorare la salute dei vasi sanguigni, inclusi quelli cerebrali.
È importante però sottolineare che, sebbene gli effetti osservati siano promettenti, non si tratta di una cura contro il decadimento cognitivo. Piuttosto, si parla di un supporto quotidiano che, inserito in uno stile di vita sano, può aiutare il cervello a funzionare meglio più a lungo.
Uno studio solido, ma con limiti
Gli esperti che hanno commentato lo studio – come il neuroscienziato Tommy Wood e il medico internista Edmond Hakimi – concordano sul fatto che i risultati siano incoraggianti e che l’uso della risonanza magnetica e del design controllato renda lo studio particolarmente affidabile.
Tuttavia, entrambi sottolineano che il numero ridotto di partecipanti rende necessari studi più ampi. Sarà importante osservare anche persone più giovani e gruppi etnicamente differenti, per capire se i benefici sono universali o più marcati in certe popolazioni.
Anche il finanziamento della ricerca da parte del Peanut Institute Foundation non invalida i risultati, ma richiede prudenza quando si interpretano gli effetti.
Cosa significa per la vita di tutti i giorni
Inserire una piccola quantità di arachidi nella dieta quotidiana non è complicato. È possibile aggiungerle allo yogurt, usarle come snack, inserirle nelle insalate o utilizzarle come topping per piatti salati. La regola più importante è preferirle tostate e non salate, come nella ricerca.
Naturalmente, le arachidi non sostituiscono le buone abitudini: attività fisica, sonno adeguato, alimentazione equilibrata e controllo della pressione. Ma possono diventare un tassello in più nella strategia per proteggere la memoria e il benessere cerebrale.
