Claudio Lippi: “Basta con la Rai dei gay e delle gaie”. La tv di Stato gli chiude la porta in faccia

In un colloquio con La Stampa, il conduttore tv Claudio Lippi dice basta con la Rai dei gay e delle gaie. Ci vuole il sorriso e non la propaganda, dice il conduttore. E le sue dichiarazioni spingono la Rai ad escludere ogni collaborazione con lui

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Giugno 2023 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA
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Claudio Lippi (foto Ansa)

Claudio Lippi dice basta con la Rai dei gay e delle gaie. Ci vuole il sorriso e non la propaganda, dice il conduttore. E le sue dichiarazioni spingono la Rai ad escludere ogni collaborazione con lui: “Cinque anni fa sia Salvini che Giorgia Meloni mi chiesero una mano. Volevano avere un parere, uno sguardo esterno sulla Rai, da chi la tv la conosce”. La sua risposta fu “che ci vuole il sorriso. La Rai deve entrare nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera’. Con leggerezza e intelligenza, non con la propaganda”.

Claudio Lippi se a prende con Fazio e la Annunziata

Così in un colloquio con La Stampa il noto conduttore tv che ieri era a Montecitorio. “Penso a Fazio e Littizzetto. Se ne sono andati loro. Fazio ha raccontato bugie, dicendo che la pubblicità faceva incassare il triplo di quanto costava il programma. Ma se costava 450 mila euro a puntata, incassava 1 milione e 200 mila di pubblicità?” Lippi spiega che Fazio aveva già pronto il contratto con Discovery. E aggiunge: la loro tv, come quella di Annunziata, sarebbe per Lippi “Propaganda, ‘kultura’. L’intervista alla ministra Roccella? Cattiva, aggressiva. Non è Rai quella”. 

“Giorgia la conosco – prosegue – È così generosa: ha rinunciato prima alla sua gioventù e ora alla famiglia per fare quello in cui crede. Anche il compagno è una brava persona. Serve un linguaggio popolare. Giorgia è una ‘popolana di Garbatella’. Ha vinto le elezioni parlando agli italiani e alle italiane. Serve quel linguaggio lì”.

“Basta con la tv dei gay e delle gaie”

Alla presentazione dei palinsesti Rai manca poco meno di un mese, ma Lippi parla di “un programma, in prima serata su Rai1, lo vorrei chiamare ‘Condominio Italia“. “Parliamo di cause condominiali: quanto tempo, denaro e bile costano. Forse è meglio risolverle con un aperitivo fra condomini, no?”.

Lippi giura che “è il momento di portare il talento in Rai. Finora non è andata così. Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa? Stefano Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no?”.

Rai esclude una collaborazione con Lippi: “Frasi lesive”

“Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore”. Lo rende noto Viale Mazzini in seguito a affermazioni di Lippi riportate da La Stampa. 

Lippi: “Non mi riconosco nell’intervista”

“Ho subito un attacco alla mia privacy in modo maldestro e una grave lesione della mia immagine. Sto valutando con il mio ufficio stampa e con i miei legali come contrattaccare”. Lo dice all’Ansa Claudio Lippi dopo la decisione di Viale Mazzini di escludere qualsiasi tipo di collaborazione con lui in seguito alle sue dichiarazioni che la Rai ha trovato “lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti”. “Non mi riconosco nelle affermazioni che mi sono state attribuite. Difendo con una lotta continua la libertà di scelta sessuale”.

Lippi, 78 anni, spiega: “Sono una persona perbene. E sono anche un cittadino libero e decisamente schierato con il nuovo governo, formato da persone che conosco personalmente, a partire da Berlusconi, e dal rapporto personale con Salvini e Meloni. Conosco la capacità, la passione, l’onestà di questa coalizione nel proporre programmi che si possano mettere in pratica, cosa che, da cittadino, non ho rilevato negli ultimi anni con i precedenti governi, né nell’attuale opposizione in cui non c’è coesione. Ma non credo che si possa essere condannabili per queste idee“. “Ho 59 anni di lavoro alle spalle, un pubblico che crede in me e nella mia onestà intellettuale e la difenderò fino alla morte”, conclude Lippi.