Fiat-Chrysler/ Incertezza dopo decisione Corte Suprema Usa di ritardare verdetto sull’ accordo

Pubblicato il 9 Giugno 2009 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

La decisione della Corte Suprema americana di ritardare un verdetto  riguardo alla vendita di Chrysler a Fiat, su richiesta dei fondi pensione dell’Indiana, ha generato incertezza, almeno per il momento, sull’intero affare, a quanto scrive il New York Times. Il giornale aggiunge  che le conseguenze della decisione presa dal giudice Ruth Bader non sono ancora chiare, mentre secondo il Wall Street Journal, l’accordo Fiat-Chrysler è ora ”in un limbo”.

Il ritardo potrebbe essere risolto oggi stesso, scrive il Times, ma se l’Alta Corte decidesse di prendere in esame l’appello dei fondi pensione, la procedura impiegherebbe settimane o mesi prima di giungere a conclusione, il che metterebbe Chrysler a rischio liquidazione. C’è anche un limite temporale: Fiat potrebbe ritirarsi dall’accordo se non sarà finalizzato entro il 15 giugno. Ma l’Ad di Fiat Sergio Marchionne ha comunque dichiarato a Bloomberg che ”la Fiat non se andrà mai da Chrysler”.

In un contesto più ampio, osserva il Times, la decisione della Corte Suprema, se favorevole ai fondi pensione, consentirebbe ai giudici di valutare la vasta ma non senza limiti portata dell’autorità concessa dal Congresso al presidente Barack Obama nell’affrontare la crisi economica. Il caso pendente riguarda indirettamente anche la General Motors, che ha dichiarato bancarotta il 1 giugno, con lo stesso obiettivo di Chrysler di uscirne rapidamente.

Il deputato democratico del Michigan John Dingell si è dichiarato molto preoccupato riguardo al rischio di liquidazione che corre Chrysler. ”Rifiutando di fare i relativamente piccoli sacrifi che eviterebbero una disgrazia, i fondi pensione si renderebbero responsabili di una grande catastrofe”, ha dichiarato.

Il ritardo deciso dall’Alta corte rappresenta, scrive il Times, un duro colpo per l’amministrazione Obama, che era convinta che Chrysler potesse uscire dalla bancarotta – come la General Motors – in tempi rapidi. In una memoria presentata alla Corte Suprema Chrysler ha affermato che mentre è in bancarotta perde 100 milioni di dollati al giorno.

Ai fondi pensionistici nello stato dell’Indiana Chrysler deve 42 milioni di dollari, parte dei complessivi debiti garantiti di 6,9 miliardi di dollari del colosso di Detroit. I fondi sostengono che i termini dell’accordo Fiat-Chrysler violano la possibilità di recuperare pienamente il loro investimento.

In base all’accordo Fiat-Chrysler appoggiato dall’amministrazione Obama, il 55 per cento dell’azionariato della Chrysler andrebbe ai sindacati, il 20 per cento alla Fiat (che potrebbe crescere fino al 35 per cento), ed il resto ai governi degli Stati Uniti e del Canada.