Italia fragile, 12 milioni i cittadini a rischio alluvioni, Roma capitale, pericolo per due affluenti del Tevere

Italia fragile, sono 12 milioni i cittadini a rischio alluvioni, Roma capitale del pericolo per colpa di due affluenti del Tevere: Paglia e Nera: ecco le ricette sicurezza dei geologi

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 25 Settembre 2022 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Italia fragile, 12 milioni i cittadini a rischio alluvioni, Roma capitale, pericolo per due affluenti del Tevere

Italia fragile, 12 milioni i cittadini a rischio alluvioni, Roma capitale, pericolo per due affluenti del Tevere

Italia fragile, 12 milioni i cittadini a rischio alluvioni. Due o tre cose bisogna pur dirle sull’ultima alluvione che ha colpito le Marche tanto pesantemente.

Scatenando, come al solito, roventi polemiche   e rimpallo di responsabilità. È un pro memoria senza pretese ma con qualche speranza. E un obiettivo non utopico, che dopo 70 anni di disastri idrogeologici si faccia finalmente un vero Piano Nazionale e lo si attui. Tenendo conto che l’emergenza ha cifre inquietanti.

1) 12 MILIONI IN ITALIA A RISCHIO ALLUVIONI. ROMA CAPITALE DEL PERICOLO.

È il 20% della popolazione. In 70 anni ne abbiamo registrato 5.000.  E se aggiungiamo le frane (17.000) ne esce una mappa terrificante che ha coinvolto 2.458 comuni con un  bilancio spaventoso di vite umane. 6.000 morti (fonte Italia sicura). E un milione di sfollati.

Sapete qual è la capitale del pericolo ? Roma. A dirlo è il sovrintendente del bacino del Tevere. È vero, l’ultima alluvione risale al 1938 e parte del centro storico fu allagata e tutta la campagna finì’ sott’acqua. Oggi quelle aree sono tutte urbanizzate, ci vivono 300 mila romani.

Gli esperti, statistiche alla mano, dicono che l’ora X non è lontana. No, non è una gufata. È un doveroso avviso. Sono urgenti opere anti dissesto. Nel mirino il fiume Paglia (affluente di destra del Tevere) e il Nera che, guarda un po’, nasce nelle Marche e attraversa Terni. I soldi ci sono, la sordità della Politica anche.

2) CONTI CHOC IN ITALIA: 20 MILIARDI DI DANNI IN SOLI 7 ANNI

Lo   certifica il dossier Greenpeace: 20,3 miliardi di danni nel periodo 2013-2019, circa 3 miliardi all’anno. Solo 2,1 miliardi di euro, nello stesso periodo, investiti per la prevenzione. Appena un decimo. Uno squilibrio enorme, inaccettabile. E i cittadini e le imprese pagano. Le polizze contro i rischi catastrofici/disastri ambientali coprono solo il 4,5% degli immobili dalla calamità.

3) CHE FARE PER LA SICUREZZA. LA “RICETTA “ DEI GEOLOGI

In queste ore difficili e per taluni pure imbarazzanti ogni geologo dice e la sua. E giù elenchi di cose da fare, di priorità assolute. Riassumiamo.
1. Informare la gente per i casi di emergenza. Organizzare corsi nelle città a rischio. Chi ci vive deve sapere come fuggire quando arriva la piena del fiume.
2. Creare team di esperti in ogni comune per intervenire con la massima velocità possibile.
3. Effettuare interventi di manutenzione ordinaria come ad esempio la pulizia del letto dei fiumi.
4.Costruire le cosiddette “vasche di luminazione” Cioè serbatoi di stoccaggio temporaneo delle acque di pioggia raccolte da una superficie impermeabile (strade, parcheggi, tetti, coperture in genere, magazzini, ecc.) durante un evento  meteorico.
5. Spendere per tempo i finanziamenti. Basta con le procedure ridondanti.
6. Tenere aggiornati i piani sul rischio idrogeologico. Basta tenerli chiusi nei cassetti. Utilizzarli. Il 90% del territorio italiano presenta aree a rischio frana, alluvione o erosione costiera. Le buone mappe dell’allerta anticipano i disastri. E salvano vite umane, imprese, lavoro, sofferenze.