La nomina di Gotti Tedeschi al vertice dello Ior e la celeste armonia della finanza

Pubblicato il 25 Settembre 2009 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA

ettoregottitedeschi-1Ettore Gotti Tedeschi, appena nominato presidente dello Ior, riuscirà a portare un po’ di celeste armonia sui cieli tempestosi della finanza italiana? È quello che si augura il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano. Lo descrive bene Paolo Madron in un articolo sul Sole 24 Ore.

Bertone sa bene – spiega Madron – che l’aver posto fine al ruinismo porta necessariamente la Segreteria di Stato a sostituire la Cei nel ruolo di interlocutore degli interessi della società civile, in cui rientrano gli assetti dell’odierno capitalismo. E Gotti Tedeschi, banchiere di lungo corso, è senz’altro il giusto tramite per suggerire ai suoi ecclesiali referenti mosse e atteggiamenti da tenere verso il nuovo ordine che avanza.

Sarà un caso, ma la sua nomina ha conciso anche con l’attenzione di Compagnia di Sanpaolo al peso milanese in Banca Intesa. La situazione si potrebbe leggere nel seguente modo: mentre Corrado Passera è alle prese con dossier spinosi, Torino vuole contare davvero come azionista di riferimento. Oppure si potrebbe immaginare un’altra lettura, più affascinante: tutto quel che sta succedendo segnala l’esaurirsi di un primato ambrosiano che ha finora tenuto banco, sopravvivendo anche in più occasioni alla supremazia politica di Berlusconi, nonché alla matrice prodiano-ulivista che lo ha generato.

Adesso, per la prima volta dagli inizi degli anni Novanta, questa sopravvivenza sembra essere in discussione. E con essa il teorema per cui alla larga maggioranza politica di centro-destra non ha mai corrisposto pari influenza sulle istituzioni finanziarie del paese.

Qualcuno, alla luce dei fatti, si spinge a dire che l’affermazione del potere bertoniano, mentre cambiano i vertici dello Ior e dell’Avvenire e si cerca di ricondurre a tutela la Cei di Bagnasco, esprima la sintonia della Segreteria di Stato sul Cavaliere.