Ora si pente anche Calderoli per la maglietta anti-islam:”Evviva la Libia”

Pubblicato il 31 Agosto 2009 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA

“Non vedo nessuna crisi di rapporti. Governo e Chiesa sono due sfere diverse. Che poi si possano seguire percorsi condivisi è positivo, e si continuerà a farlo”. Roberto Calderoli nega tensioni tra il premier e il Vaticano: “Gli episodi degli ultimi giorni, compreso il caso
Boffo, non possono certo far cambiare linea al governo, anche perché – dice il ministro leghista in un’intervista al Giornale – una cosa è il governo e un’altra i giornali. Non ci si può far condizionare dalle polemiche giornalistiche”. Insomma, “la crisi di carta di questi giorni non cambierà niente e non condizionerà nessuno”. Calderoli dà comunque un consiglio a Berlusconi: “Lasci perdere anche lui i mediatori e si faccia sentire direttamente. Noi abbiamo sempre trovato porte aperte, nella Chiesa, e le troverà anche lui che è persona per bene e
di buon animo. Venga a fare un giro con Bossi e vedrà”. Ma “se deve parlare con qualcuno – insiste il ministro per la Semplificazione normativa – ci vada a parlare, senza tante manifestazioni pubbliche”. Quanto al Carroccio, “nessuna tensione” con il Vaticano: “Andiamo a fare una visita come tante altre che abbiamo fatto, perché con il Vaticano abbiamo mantenuto aperto un dialogo e un rapporto”. Del resto, è il tono liquidatorio di Calderoli, sull’immigrazione “ci sono state delle critiche da parte di un paio di prelati che però non rappresentano la Chiesa”. In un’intervista sul Corriere della sera, parlando invece dei rapporti tra Italia e Libia, Calderoli si pente della maglietta ‘anti islam’ esibita in tv nel 2006: “Evviva la Libia. Anzi, evviva la Realpolitik. Mi sono reso conto che aveva ragione Berlusconi. Le mie erano cariche contro i mulini a vento: o certe battaglie sono di tutti o, appunto, prevale la Realpolitik”. Per il leghista, Gheddafi ora “è diventato un partner affidabile”, dunque “la politica
di Berlusconi ha pagato, e il Calderoli con la maglietta ha fatto più di un passo indietro per il bene di tutti”. Certo, per la democrazia a Tripoli “ci sarà da aspettare”, ma “grazie a Berlusconi molto è cambiato, l’apertura della Libia al mondo – assicura il ministro leghista – ha fatto passi da gigante”.