Parte l’inceneritore di Acerra. Ma il vescovo non lo benedice

Pubblicato il 26 Marzo 2009 - 16:16| Aggiornato il 27 Marzo 2009 OLTRE 6 MESI FA

Il termovalorizzatore di Acerra, nel napoletano, è entrato in funzione. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha premuto il bottone che “accende” l’impianto che smaltirà circa 600 mila tonnellate all’anno di rifiuti urbani (duemila tonnellate al giorno, un terzo di quelli prodotti in tutta la regione) e che, grazie alle tecnologie di recupero del calore, potrà fornire energia a circa 200 mila abitanti grazie ad una convenzione con la Gse (Gestore servizi elettrici). Acerra dovrebbe essere seguito da altre strutture analoghe in altre aree della Campania.

Ma il nuovo termovalorizzatore nasce senza la benedizione di monsignor Giovanni Rinaldi, vescovo di Acerra. «Non me la sento», ha detto nei giorni scorsi riferendosi alla sua contrarietà all’inceneritore manifestata negli ultimi anni partecipando alle manifestazioni popolari.

Le motivazioni della decisione sono contenute in un documento del Consiglio pastorale della diocesi, dove si denuncia che l’inceneritore brucerà immondizia indifferenziata con pericoli ambientali e sanitari: «I cosiddetti impianti di Cdr (le ecoballe) si sono limitati a imballare l’immondizia dopo una sommaria quanto inopportuna tritovagliatura, il tutto destinato a un impianto di incenerimento di Acerra progettato per bruciare il “tal quale” e quindi tecnologicamente superato».