Usa: Obama come una scimmia, il fotomontaggio del Tea Party irrita i democratici

Pubblicato il 19 Aprile 2011 - 17:06 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON 19 APR Un fotomontag – WASHINGTON, 19 APR – Un fotomontaggio in cui Barack Obama e' raffigurato con il corpo di un piccolo scimpanze', accanto ai suoi genitori, mamma e papa' scimmia. E sotto la scritta ''ora si capisce perche' non c'e' nessun certificato di nascita''. E sopra E' la e-mail che in queste ore sta scuotendo l'America, facendo tornare l'incubo razzista sul primo presidente di colore della storia americana. L'autrice dell'odiosa fotografia e' Marylin Davenport, un'anziana militante del 'Tea Party', il movimento ultra-conservatore populista e antitasse che da anni ormai bersaglia l'inquilino della Casa Bianca con ogni tipo di accuse. La donna ha inviato giorni fa questo fotomontaggio a una decina di suoi amici. Ma immediatamente qualcuno di loro l'ha diffusa nel web. E immediatamente ha fatto il giro nel mondo. Al di la' del messaggio terribile, questa foto assume anche un valore politico nell'America di oggi. In qualche modo segna infatti la fusione tra i tradizionali razzisti d'America e i cosiddetti 'birthers', cioe' coloro i quali da quando Obama e' stato eletto ritengono che non sia nato alle Hawaii, quindi negli States, come richiede la Costituzione per un presidente, e che quindi sia una sorta di usurpatore. Una tesi trita e ritrita, smentita ampiamente da tutti i documenti ufficiali e le testimonianze dirette, ma che continua a prendere piede. Tanto che e' stata sposata anche dallo stesso Donald Trump, il miliardario repubblicano dal ciuffo ribelle, a un passo dalla candidatura per la Casa Bianca. Travolta della critiche per la sua bravata, questa militante di 74 anni, eletta nel partito repubblicano della contea di Orange, a sud di Los Angeles, s'e' difesa spiegando di non essere razzista, che non voleva offendere nessuno, ma solo rendere espliciti i dubbi sul suo luogo di nascita, in modo, a suoi dire, divertente. Ma le sue giustificazioni non hanno convinto nessuno. Durissima la condanna di Alice Huffman, presidente della principale organizzazione per la difesa dei diritti degli afro-americani, che ha chiesto che la Davenport lasci immediatamente il suo incarico. ''Rappresentare il Presidente degli Stati Uniti in modo diverso da un essere umano – attacca Huffman – non puo' che essere considerato che razzista''. Dopo le furiose polemiche, la Davenport alla fine ha chiesto scusa, sempre via e-mail, scrivendo che si definisce una ''cristiana imperfetta''. Tuttavia, ha aggiunto che non voleva fare del male a nessuno e non ci pensa proprio a dimettersi. E anche altri suoi colleghi del partito repubblicano locale hanno cercato di difenderla, osservando che si trattava di una mail privata, mandata ad alcuni amici. Semmai, e' la loro accusa, sono stati i detestati media 'liberal', progressisti, a far scoppiare un caso, a loro giudizio, totalmente inesistente..