La strage di animali protetti in Abruzzo: in due giorni morti un lupo e due orse, forse uccisi dai bracconieri

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA

Un orso marsicano

Un lupo di due anni è stato trovato strangolato alla periferia di Sulmona lunedì 14 giugno. Due giorni prima a morire erano state due orse, una adulta di 5-7 anni e un cucciolo femmina di circa 18 mesi: prima la piccola, caduta in una vasca d’acqua piovana, poi la madre, che aveva tentato di soccorrerla.

I due episodi, dalle modalità diverse, ripropongono la necessità della tutela di queste specie, in particolare dell’orso bruno marsicano che conta solo 50 esemplari in Italia, mentre il lupo, con un migliaio di unità, è sicuramente meno a rischio.

Il lupo è stato trovato morto lungo una strada: attorno al collo l’animale aveva ancora un laccio con il quale è rimasto strangolato. A trovarlo un contadino della zona quando, andando nel suo appezzamento di terreno, ha notato il lupo in mezzo alla strada.

All’inizio era convinto che si trattasse di un cane, ma quando si è avvicinato, ha visto che si trattava della specie protetta e ha avvisato il Corpo Forestale. Dopo il sopralluogo, l’animale è stato trasportato nel Centro del lupo di Montecorvo del Corpo Forestale a Popoli da dove è stato portato all’Istituto Zooprofilattico di Teramo.

Sulla vicenda il Corpo Forestale di Sulmona ha avviato un’inchiesta in cui si ipotizza il reato di bracconaggio contro specie protette. “Fatti del genere sono sempre molto gravi – commenta il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Vittorio Ducoli – ma in genere non sono diretti contro i lupi, bensì possono essere faide tra cercatori di tartufi, come pure trappole per catturare ungulati”.

Ducoli ricorda che la popolazione di lupi in Italia ammonta a 1000 esemplari: nel Parco d’Abruzzo se ne contano 50, divisi in 8 branchi. A preoccupare maggiormente i naturalisti è la morte delle due orse: le carcasse di due orse sono state recuperate sabato nella zona di protezione esterna del parco Nazionale d’Abruzzo. Gli animali erano in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana a Serralunga di Villavallelonga (L’Aquila).

Il Wwf ha denunciato che le vasche erano incustodite: “Lasciare vasche incustodite del tipo in cui sono finiti i due orsi – osserva ancora Rocco – per la fauna selvatica è certamente una trappola mortale. I pascoli appenninici sono purtroppo sempre più soffocati da una invadente avanzata di bovini e cavalli che tolgono spazio alla fauna selvatica.

Per salvare l’orso marsicano, gioiello della biodiversità italiana, serve una strategia complessiva” conclude l’esponente Wwf, a giudizio del quale “non bastano i piani di azione assunti dai Ministeri e dagli altri enti territoriali, serve un serio intervento e soprattutto risorse concrete”.