La balena grigia si è persa nel Mediterraneo. Estinzione degli animali mille volte sopra la media

Pubblicato il 13 Maggio 2010 - 11:55 OLTRE 6 MESI FA

Ha percorso migliaia di chilometri dal nord del Pacifico, dopo aver probabilmente perso la strada in cerca di cibo. O addirittura proviene dal Nord Atlantico la balena grigia avvistata nel Mediterraneo vicino le coste israeliane.

Una cosa rarissima, che non avveniva da secoli. L’Eschrichtius Robustus, più nota come balena grigia, compie infatti una migrazione completa di quasi 20 mila chilometri (da aprile a novembre migra verso l’Artico, poi, da dicembre ad aprile si sposta in Messico, dove si riproduce), ma la sua casa è il Pacifico.

Le baleniere e gli attacchi al suo habitat l’avevano quasi portata all’estinzione: scomparsa nel Nord Atlantico già nel ‘600, si pensava fosse sparita anche dal Pacifico settentrionale, poi si scoprì che ne rimanevano poche centinaia di esemplari.

Vederla nel Mediterraneo fa capire che la balena ha letteralmente perso la bussola ma come già detto si tratta di un esemplare a rischio estinzione, argomento trattato dall’Onu per la savaguardia del pianeta.

Già perchè secondo l’ultimo rapporto Onu il tasso di estinzione è addirittura mille volte superore al normale ed in questo modo spariranno un terzo degli animali.

«Per affrontare le cause della perdita di biodiversità – scrive il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon nell’introduzione al rapporto – bisogna dare maggiore priorità alla sua tutela quando si adottano decisioni in tutti i settori della vita economica».

La diminuzione di forme di vita di flora e fauna viene infatti indicata dal «Global Biodiversity Outlook 3» come il risultato di cinque processi convergenti: l’aumento di popolazione che porterà nel 2050 il Pianeta ad avere almeno 9 miliardi di abitanti, il sovrasfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento dell’atmosfera causato dalle emissioni di gas nocivi, lo spostamento di specie dai luoghi tradizionali e l’accelerazione dei cambiamenti climatici. Flora e fauna si trovano all’incrocio di questi fenomeni, pagando un prezzo molto alto.

«Stiamo perdendo biodiversità ad un ritmo mai visto nella Storia, il tasso di estinzione di specie è mille volte più alto del normale» afferma Ahmed Djoghlaf, segretario esecutivo della Convenzione sulla diversità biologica che è in corso a Nairobi, in Kenya. Declinando nel dettaglio tale valutazione numerica si scopre che la minaccia di sparire dalla faccia della Terra incombe sul 21 per cento dei mammiferi, il 30 per cento degli anfibi, il 12 per cento dei volatili, il 17 per cento degli squali e il 27 per cento dei coralli.

Fra le specie più colpite vi sono gli uccelli presenti nelle regioni agricole dell’Europa, che sono diminuiti del 40 per cento a causa dello sviluppo industriale, e i volatili marini, ridottisi del 44 per cento per effetto soprattutto dei cambiamenti climatici.