Sangue umano dal riso ogm: più sicuro e meno costoso di una trasfusione

Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ricavare il sangue umano dal riso geneticamente modificato è ora possibile grazie alla ricerca dell’università di Wuhan, in Cina, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Impiantando un gene umano nel corredo genetico del comune riso asiatico, l’Oryza sativa, i ricercatori sono riusciti a produrre l’albumina, proteina contenuta nel sangue. L’assenza di albumina causa nell’uomo gravi patologie come la cirrosi epatica e può essere utilizzata per curare ustioni e shock emorragici. Produrre l’albumina dal riso costerà meno che effettuare i test clinici sul sangue proveniente dalle donazioni e limiterà l’esposizione per chi la riceve a patologie legate alle trasfusioni di sangue quali Hiv ed epatite.

L’albumina nell’uomo è prodotta dal fegato e regola numerose funzioni, tra cui la distribuzione tra i liquidi corporei e il trasporto nell’organismo di sostanze quali acidi grassi, ormoni e farmaci. La preziosa proteina si trova anche nelle uova, nel latte e nelle more, unico vegetale in grado di produrla. I ricercatori cinesi coordinati da Daichang Yang hanno inserito nel riso il gene Gt 13 utilizzando un batterio per la manipolazione del Dna. Lo studio ha permesso la produzione di tre grammi di albumina ogni chilogrammo di riso. I test di laboratorio condotti sui topi non hanno mostrato sintomi di rigetto. Inoltre l’albumina somministrata a topi affetti da cirrosi epatica hanno evidenziato un miglioramento del quadro clinico.

Attraverso questa tecnica sarà possibile, secondo gli scienziati cinesi, modificare il riso per ottenere altre importanti proteine del sangue quali l’emoglobina e l’immunoglobulina. La scoperta permetterà di accedere a grandi quantità di questa proteina, superando così l’ostacolo di ricavarla dal sangue dei donatori. In questo modo sarà ridotto anche il rischio di malattie infettive legato alle trasfusioni sanguigne e sarà possibile abbattere i costi legati allo screening immunologico sul sangue dei donatori ed i processi di purificazione. I ricercatori hanno comunque precisato che lo studio avrà bisogno di ulteriori verifiche e che è ancora presto per l’impiego dell’albumina dal riso a scopi terapeutici.