YOUTUBE Terremoto, frattura da centinaia di metri taglia il monte del Redentore

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Novembre 2016 - 05:40 OLTRE 6 MESI FA

PERUGIA – Una frattura lunga centinaia di metri che si staglia a oltre 2mila metri di altezza sul monte più alto dei Sibillini. Una frattura che si è aperta con il terremoto del 30 ottobre che alle 7,40 del mattino di domenica, con una magnitudo del 6,5, ha liberato tutta la sua energia. Il monte del Redentore, così come il monte Vettore, mostra i segni del terribile terremoto. In realtà le fratture sono due, ed entrambe tagliano la montagna parallelamente alla sua lunghezza. La prima si trova a circa duecento metri sotto la vetta, dunque attorno ai 2.200 metri, la seconda circa 150 metri più in basso.

Da lontano non si percepisce nulla ma quando l’elicottero si avvicina al fianco del Vettore i due solchi appaiono nitidamente. Quel che si vede è l’evidenza superficiale della faglia, spiega Francesco Violo, consigliere nazionale dell’Ordine dei Geologi:

“La faglia si è mossa e si vede proprio in superficie quello che noi chiamiamo il ‘rigetto’, ossia il gradino che si crea tra la parte di faglia che si alza e quella che si abbassa”.

Secondo Violo, il taglio sul Vettore potrebbe essere l’ennesimo segnale del fatto che un

“sistema di faglie contigue si sta muovendo. Nel momento in cui una faglia libera energia con un terremoto, l’altra vicino si comprime e quando questa compressione verrà rilasciata avremo un altro terremoto”. Ma ci sono pericoli?. “La frattura sul Vettore di per sé è la manifestazione di quanto già accaduto. Ma va monitorata perché potrebbe generare delle instabilità del versante e provocare dunque dei movimenti franosi”.

A vederli da vicino, questi tagli nel cuore della montagna, riportano alla mente un sinistro ricordo, quei segni premonitori sul monte Toc, sopra Erto e Casso, che se qualcuno avesse voluto vedere avrebbe evitato il disastro del Vajont. In quel caso non fu il terremoto ma l’opera dell’uomo a provocare la frattura.

Ma il taglio a forma di M apparso sul versante del monte Toc prima che venisse giù la frana, ricorda il primo dei due solchi sul Vettore, anche se questo è molto più piccolo. Inizia infatti proprio con una specie di M che si infila nel canalone, la prima delle due fratture, e poi prosegue dritto lungo tutta la costa per circa 300 metri.

Ad un certo punto si interrompe e poi prosegue più avanti, proprio in corrispondenza della seconda frattura, 100 metri più in basso. Anche questo sarà lungo circa trecento metri e ad un certo punto si divide in due: una parte scende verso il basso puntando dritto verso la piana di Castelluccio di Norcia, l’altra invece prosegue lungo la costa.