Zuckerberg diventa un crudele psicopatico nel film di David Fincher “The social network”

Pubblicato il 9 Luglio 2010 - 08:43| Aggiornato il 11 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Una mente folle, brillante e crudele, che vede le vite degli altri come azioni da vendere sul mercato al migliore offerente. Il nuovo (anti)eroe ritratto dal regista David Fincher non lascerebbe sorpresi, visti i precedenti protagonisti di Seven, Fight Club e The Game, se non fosse che questa volta si parla di Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook.

Il film “The Social Network”, in uscita il prossimo autunno, è infatti una sorta di docudrama di fantascienza, a quanto scrive Annalee Newitz in un articolo ripreso dal sito americano Gawker, in cui Zuckerberg viene dipinto come un geniale psicopatico senza sentimenti.

La sceneggiatura di Aaron Sorkin, basata sul libro di Ben Mezrich, narra dell’ascesa del fenomeno Facebook, concentrandosi sulla storia dei suoi due fondatori: Eduardo Severin e Mark Zuckerberg, che inventarono un network capace di creare legami tra milioni di persone nel mondo, sacrificando però sull’altare del Dio Denaro la loro stessa amicizia, fino ad arrivare in tribunale.

Il film da 47 milioni di dollari targato Columbia, interpretato da Jesse Eisenberg, Justin Timberlake e Andrew Garfield, si prepara a far tremare il giovane imprenditore di Silicon Valley, come del resto aveva già fatto il libro di Mezrich intitolato: “Miliardari per caso. L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento”.

Già nel promo, scrive Newitz, «Eisenberg, che interpreta Zuckerberg, sembra più uno scienziato pazzo che trapianta cervelli, che un programmatore che crea software in php». Certo, la pretesa non è quella di fornire un fedele ritratto della realtà, ma di giocare sui lati inquietanti della Facebook mania e di come i social network, acquisendo informazioni sulla nostra vita privata, possano arrivare a controllarla.

Facebook, del resto, più volte è finito sotto i riflettori per le sue controverse impostazioni sulla privacy, che consentirebbero a persone insospettabili (primi tra tutti gli inserzionisti pubblicitari) di “spiare” passioni e abitudini degli utenti.

In quest’ottica, continua Newitz, lo Zuckerberg “ritoccato in peggio” della finzione, rappresenta il perfetto prototipo del cattivo contemporaneo. E incarna, con il suo social network capace di creare vite e amici virtuali, un’evoluzione del sadico gioco in cui Michael Douglas veniva risucchiato nel film “The Game”.