Fossa comune con 1.000 scheletri a Norimberga dove nel ‘600 la peste arrivava ogni 10 anni

di Maria Vittoria Prest
Pubblicato il 10 Marzo 2024 - 17:19
Fossa comune con 1.000 scheletri in Germania a Norimberga dovve nel '600 la peste arrivava ogni 10 anni, previsti altri ritrovamenti, nessun rito religioso.

Fossa comune a Norimberga

Fossa comune con 1.000 scheletri, scoperte in Germania, nel centro della città di Norimberga, fosse comuni con circa 1000 scheletri di vittime della peste. Il rinvenimento è avvenuto durante un’esplorazione archeologica avviata prima della costruzione di nuovi edifici residenziali nella città. In un comunicato stampa, si legge che gli archeologi definiscono la scoperta della fossa comune come quella che potrebbe rivelarsi la più grande mai scavata in Europa in un sito della Germania meridionale e pensano che le fosse possano contenere oltre 1500 scheletri.

Melanie Langbein, del dipartimento per la conservazione del patrimonio culturale di Norimberga, ha dichiarato alla CNN che sono state identificate otto fosse della peste, ciascuna contenente diverse centinaia di corpi e che queste persone sono state sepolte in un breve lasso di tempo senza tener conto delle pratiche di sepoltura cristiane.

Le fosse e non i cimiteri comuni, la mancanza di evidenti pratiche religiose fanno pensare che un’epidemia di peste sia la spiegazione più che probabile alla base del ritrovamento, anche considerando che Norimberga ha subito epidemie di peste ogni 10 anni a partire da circa il XIV secolo.

Tutto questo rende difficile l’esatta collocazione temporale delle fosse ma la datazione al radiocarbonio sembra farle risalire ad un periodo compreso tra la fine del 1400 e l’inizio del 1600. Nel sito sono stati trovati anche frammenti di ceramica e monete risalenti all’ultima parte di questo intervallo.

Langbein aggiunge che la scoperta di una nota del 1634 descrive un’epidemia di peste che ha ucciso più di 15.000 persone nel 1632-1633 e si dice anche che circa 2.000 persone sono state sepolte vicino a St. Sebastian Spital, il sito dello scavo attuale, facendo dunque risalire a quel periodo il gruppo più vecchio dei resti ritrovati.

Julian Decker, la cui società “In Terra Veritas” sta conducendo gli scavi, ha dichiarato alla CNN di essere rimasto sorpreso dalla scoperta perché non c’era nessuna evidenza che facesse supporre la presenza di sepolture e che anzi al ritrovamento dei primi resti si sia pensato che potessero essere collegati ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. È convinto che gli scavi porteranno alla luce 2000 o più resti, rendendola di fatto la più grande fossa comune d’Europa.

Secondo Decker e il team di ricercatori, le tombe possono contenere un campione di individui rappresentativi della società dell’epoca che permetterà loro di fotografarne le caratteristiche non solo numeriche ma anche di genere.

Melanie Langbein ha spiegato alla CNN come l’epidemia del 1632-1633 sia stata peggiore di quelle precedenti a causa dell’impatto della Guerra dei Trent’anni, una serie di conflitti combattuti da varie nazioni europee tra il 1618 e il 1648, e della situazione disastrosa nella quale viveva la popolazione di Norimberga, circondata da diverse truppe.