Ha 4 anni e il Qi di Einstein: Heidi Hankins è un piccolo genio?

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 00:22 OLTRE 6 MESI FA

WINCHESTER – Ha 4 anni ed un quoziente intellettivo di 159 punti, appena 1 punto meno di Albert Einstein. Per questo la piccola Heidi Hankins è stata accolta nel prestigioso Mensa inglese. Figlia di un docente universitario e di una artista, a 2 anni Heidi sapeva già leggere. C’è chi nella bimba ha già visto un piccolo genio e chi invece consiglia di prendere con le adeguate considerazioni la sua sicuramente straordinaria intelligenza, ma che per parlare di genio bisogna attendere che Heidi cresca e mantenga le sue doti.

Il padre Matthew, docente all’università di Southampton, ha detto: “Abbiamo sempre pensato che fosse al di sopra della media: ha iniziato a leggere molto presto, a parlare poco tempo dopo la nascita e a un anno aveva già un vocabolario molto ricco e si esprimeva con frasi articolate e corrette”. Il delegato Mensa della Gran Bretagna, John Stevenage, ha garantito: “I genitori di Heidi hanno correttamente identificato il grande potenziale della bambina”. Ma lo psicologo cognitivo Scott Barry Kaufman ha tentato di placare gli animi, ricordando che “il genio richiede la presenza armonica di molte qualità diverse: motivazione, immaginazione, perseveranza, opportunità, e anche fortuna”.

Anche Anna Maria Roncoroni, psicologa e coordinatore IGCP, international gifted children project, afferma: “Genio è chi produce un cambiamento nell’ambito di cui si occupa, chi è in grado di creare, di dimostrare un teorema. Nei bambini si può misurare il livello intellettivo, la rapidità di performance, la capacità di riprodurre. Noi seguiamo i ragazzi dotati – il 2% della popolazione studentesca – con attività scolastiche che tengano conto dei loro ritmi di apprendimento, diamo indicazioni ai genitori, curiamo il rapporto con i coetanei. Il caso della bimba inglese è davvero straordinario, anche se non è detto che la curva di sviluppo si mantenga costante nel tempo. È comunque difficile pensare che possa rientrare nella norma. Certo, negli adulti la situazione è più stabile”.

La Roncoroni spiega poi che nel dubbio che i bimbi possano avere le doti ed il quoziente per rivelarsi dei geni, bisogna sollecitare le loro capacità ma non supervalorizzarle: “Costringerli ad essere sempre all’altezza può creare dei disagi. Non bisogna creare delle aspettative, caricarli di un peso, ma lasciare loro piena libertà di scelta: non tutti i piccoli hanno voglia di sentirsi dei geni”.