Aborto, Lazio obbliga medici a firmare certificati: no obiettori nei consultori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 16:29 OLTRE 6 MESI FA

ospedaleROMA – L’obiezione di coscienza possono invocarla solo i medici che si trovano nella situazione di dover operare un aborto. Non tutti coloro che si trovano nei consultori per dare informazioni o prescrivere contraccettivi, anche d’emergenza, la cosiddetta pillola del giorno dopo. Lo stabilisce un decreto della Regione Lazio voluto dal presidente Nicola Zingaretti. Nel Lazio la percentuale di medici obiettori sfiora il 90% e non riguarda solo coloro che si rifiutano di operare un’interruzione volontaria di gravidanza, ma un’intera “filiera” composta dai medici nei consultori o negli ospedali che spesso rifiutano anche solo di dare le informazioni necessarie o di firmare i certificati che servono per l’operazione.

La Regione istituisce quindi questo principio: il medico ha il dovere di dare informazioni, firmare i certificati e prescrivere i contraccettivi, anche quelli d’emergenza, ovvero quelli post-coitali.

«In merito all’esercizio dell’obiezione di coscienza tra i ginecologi», si legge nel decreto: «si ribadisce come questa riguardi l’attività degli operatori impegnati esclusivamente nel trattamento dell’interruzione volontaria di gravidanza. Al riguardo, si sottolinea che il personale operante nel consultorio familiare non è coinvolto direttamente nell’effettuazione di tale pratica, bensì solo in attività di attestazione dello stato di gravidanza e certificazione attestante la richiesta inoltrata dalla donna di effettuare Ivg». E si parla anche di contraccezione. «Per analogo motivo», continua infatti il decreto: «il personale operante è tenuto alla prescrizione di contraccettivi ormonali, sia routinaria che in fase post-coitale, nonché all’applicazione di sistemi contraccettivi meccanici», come la spirale.