Bologna/ Evasi due detenuti dal carcere minorile del Pratello: uno slavo di 17 anni e “La Bestia” Bright Ofori, ghanese di 20 anni condannato per stupro

Pubblicato il 19 Agosto 2009 - 16:55 OLTRE 6 MESI FA

carcere-apertoHanno picchiato una guardia carceraria, si sono arrampicati sul tetto e sono riusciti ad evadere dal carcere minorile del Pratello a Bologna. Gli autori della fuga, il ghanese Bright Ofori, 20 anni e un ragazzo slavo di 17, sono introvabili dal pomeriggio di domenica 16 agosto.

Ofori, in particolare, è stato condannato per aver picchiato e stuprato alla stazione di Bologna una donna di 54 anni. Per i suoi metodi aggressivi si era guadagnato, in carcere, il soprannome di “la bestia”. Avrebbe finito di scontare la sua pena nel 2017.

Decisamente diversa la situazione del suo complice:  il ragazzo, infatti, era in attesa di essere assegnato ai servizi sociali. Presumibile, quindi, che il progetto di evasione sia stato ideato da Ofori che poi avrebbe coinvolto il ragazzo slavo per avere un aiuto per neutralizzare la guardia carceraria (sette giorni di prognosi per l’agente picchiato dai due).

La Procura di Bologna e quella dei minori, intanto, indagano sull’episodio. Il Pubblico Ministero Antonella Scandellari ha aperto un fascicolo per evasione a carico del solo Ofori, visto che lo slavo è minorenne. Più avanti verrà vagliato anche il comportamento del personale e della direzione del Pratello per vedere se ci siano eventuali responsabilità.

La polizia penitenziaria ha ricostruito il possibile percorso utilizzato dai due per la fuga. Si tratta di un tragitto tortuoso, che presupporrebbe una minuziosa conoscenza del carcere. I due, in un primo momento, avrebbero cercato di uscire dalla porta dei servizi sociali, che si affaccia sulla strada e normalmente si apre schiacciando un semplice bottone. La domenica, però, quella strada è sbarrata.

In quell’area è stata scoperta una recinzione divelta del cantiere. Trovando il portone chiuso, i due sarebbero saliti sul tetto del Centro di prima accoglienza per poi fuggire. Possibile, secondo gli investigatori, che i due avessero un un complice che li attendeva all’esterno.