Staminali per la piccola Celeste. Aifa-Ministero: “Il trattamento non soddisfa”

Pubblicato il 1 Settembre 2012 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
(LaPresse)

ROMA – Celeste ha due anni e due mesi ed è malata di atrofia muscolare spinale conosciuta anche come morbo di Werdnig-Hoffman. A decidere che vada avanti il trattamento a cui è stata sottoposta con cellule staminali donate dalla madre è stato il Giudice del Tribunale del lavoro di Venezia Margherita Bortolaso che ha stabilito che le infusioni sono ”da considerarsi quale cura compassionevole, prevista dal decreto ministeriale Turco-Fazio”.

A maggio l’Aifa, agenzia italiana del farmaco, aveva bloccato il percorso. Il padre di Celeste, Giampaolo Carrer e la madre si sono rivolti al Tribunale di Venezia e proprio il Giudice Bortolaso il 22 agosto scorso aveva dato il via libera ad un trattamento con un’ordinanza che aveva permesso a Celeste di tornare a Brescia per una infusione in attesa della decisione definitiva.

Così è arrivata la nuova ordinanza che dà l’ok definitivo al trattamento con staminali adulte per Celeste. Nell’ordinanza il giudice scrive come ”secondo l’Aifa il trattamento in questione, di cui è stata bloccata la somministrazione, non costituisce sperimentazione clinica, bensì rientra tra gli interventi di terapia avanzata a uso non ripetitivo”. Per il giudice poi, nelle sei pagine di dispositivo, ”il trattamento in questione costituisce, in assenza di valida alternativa terapeutica, l’unico possibile mezzo di rallentamento della evoluzione della malattia neurodegenerativa, a esito infausto, da cui è affetta la piccola”.

SCOPPIA LA POLEMICA Il Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in una nota sostengono che il trattamento eseguito presso gli ‘Spedali Civili’ ”non soddisfa, in ogni caso, i requisiti previsti per i trattamenti per terapia cellulare su singolo paziente, non è stato eseguito in base ad alcun metodo scientifico documentato, e non vi sono inoltre comprovati dati scientifici sulla sua efficacia”. E sottolineano la necessità di operare secondo i principi del Servizio Sanitario Nazionale”.

”Apprese le motivazioni – si legge nella nota – del provvedimento emesso in data odierna dal Giudice della Sezione Lavoro del Tribunale di Venezia, Dott.ssa Margherita Bortolaso, in merito alla vicenda di Celeste Carrer il Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ribadiscono la necessità di operare secondo i principi del Servizio Sanitario Nazionale che sono quelli di garantire a tutti i malati le cure e i farmaci di cui siano dimostrate e assicurate la qualità, l’efficacia e la sicurezza”. ”Il trattamento eseguito presso l’Azienda Ospedaliera ‘Spedali Civili’ di Brescia – conclude la nota – non soddisfa, in ogni caso, i requisiti previsti dal Decreto 5 dicembre 2006 relativo ai trattamenti per terapia cellulare su singolo paziente; non è stato eseguito in base ad alcun metodo scientifico documentato; non vi sono inoltre comprovati dati scientifici sulla sua efficacia”.