Debiti dei condomini: i dati affissi in bacheca violano la privacy

Pubblicato il 10 Maggio 2011 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’affissione nella bacheca dell’androne condominiale delle posizioni debitorie di proprietari e inquilini, non essendo necessaria ai fini dell’amministrazione comune, è una violazione della privacy. Lo stabilisce la Cassazione, che ha accolto il ricorso di un condomino napoletano, che si era visto affiggere nella bacheca, posta appunto nell’androne condominiale, il suo debito.

In primo grado il giudice aveva affermato che esporre in bacheca l’elenco dei condomini, con le relative quote condominiali, sia correnti che arretrate, riferite per nome e cognome a ciascun proprietario di piano o porzione di piano, non viola la disciplina in materia di trattamento dei dati personali, ma in Cassazione i giudici di legittimità hanno ribaltano totalmente il verdetto.

Le informazioni relative alle posizioni debitorie di ciascuno condomino possono essere trattate anche senza il consenso dell’interessato. Inoltre, per ragioni di trasparenza, lo stesso amministratore ha il potere ed il dovere di comunicarli a tutti i condomini, in sede di rendiconto annuale. Allo stesso modo, anche i condomini possono chiedere all’amministratore le informazioni sulla situazione contabile del condominio, comprese quelle che riguardano eventuali debiti degli altri partecipanti.

Ciò nonostante, spiegano i giudici di piazza Cavour, il trattamento dei dati personali deve comunque avvenire nel rispetto dei principi di proporzionalità, di pertinenza e di non eccedenza rispetto agli scopi per i quali i dati stessi sono raccolti. Ne consegue che l’affissione nella bacheca dell’androne condominiale dei dati personali relativi alle posizioni di debito dei singoli condomini va al di là della giustificata comunicazione dell’informazione ai soggetti interessati.

Non solo non è necessaria ai fini dell’amministrazione comune, ma soprattutto si risolve nella messa a disposizione di quei dati in favore di una serie indeterminata di persone estranee e, quindi, in una indebita diffusione, come tale illecita e fonte di responsabilità civile.