Coronavirus in Italia, bollettino 18 giugno: 34978 nuovi positivi, 41 morti. In crescita i casi di reinfezione

Coronavirus in Italia, bollettino 18 giugno. Sono 34978 i nuovi positivi e 41 i morti.. Iss fornisce alcuni dati interessanti. Tra questi, quello che della crescita dei casi di reinfezione.

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 18 Giugno 2022 - 17:40 OLTRE 6 MESI FA
covid foto ansa

Coronavirus in Italia, i dati di oggi (foto Ansa)

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi, sabato 18 giugno. I nuovi positivi sono 34.978 secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 35.427. Le vittime sono invece 45, in lieve aumento rispetto alle 41 di ieri.

Coronavirus in Italia, tasso di positività al 18,1%

Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 193.040 tamponi con il tasso di positività al 18,1%, in calo rispetto al 19% di ieri. Sono invece 193 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 2 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 24. I ricoverati nei reparti ordinari sono 4.331, ovvero 11 in più di ieri.

Gli attualmente positivi sono 561.015, dunque 11.030 in meno nelle ultime 24 ore. In totale sono 17.844.905 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 167.703. I dimessi e i guariti sono 17.116.187, con un incremento di 45.956.

Iss: “Continuano i casi di reinfezione, + 7,4% nell’ultima settimana”

Continua l’aumento delle reinfezioni da Covid. Dal 24 agosto 2021 al 5 giugno 2022 sono stati segnalati 532.755 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati, nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%.  Lo indica il Report esteso settimanale che integra il Monitoraggio Covid Iss-MInistero della Salute. Più a rischio i non vaccinati, le donne, i sanitari e chi è vaccinato da più di 120 giorni.

L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021, specifica meglio il Report, indica un rischio maggiore nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti. Nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi.

“Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare”. Più a rischio anche le fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. “Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età oltre i 60 anni”. Infine negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

L’efficacia del vaccino anti-Covid 

L’efficacia del vaccino anti Covid nel periodo di prevalenza di Omicron (dal 3 gennaio 2022) nel prevenire casi di malattia severa è del 69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 71% in chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, per arrivare al 87% nei vaccinati con booster. Ad indicarlo è il Report esteso settimanale Iss che integra il monitoraggio. Nel prevenire il contagio è pari al 41% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 32% tra i 91 e 120 giorni, e 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo o pari al 55% con dose booster.

Covid su, ma ospedalizzazioni e terapie intensive e decessi giù

E sempre nel Report esteso settimanale dell’Istituto superiore di sanità si legge che nel corso dell’ultima settimana in Italia, “il numero di casi di Covid risulta in crescita mentre ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi si confermano in diminuzione”.

Aumento, rispetto alla precedente settimana, anche la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,5%).  “Attualmente, non c’è evidenza che le infezioni causate dalle varianti BA.4 e BA.5 siano associate ad un’aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2”.